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10 Febbraio 2020 - 18:02
Tutto è successo per caso. Lo racconta alla pagina 50 del suo primo libro, Massimiliano Gaudino (nella foto), psicologo e psicoterapeuta napoletano con il guizzo e talento da narratore raffinato, che emoziona e trascina in un caleidoscopico viaggio nel sé e nella cura del sé, anche e soprattutto nel rapporto con gli altri. Lo fa grazie ad una prima opera, un libro che, in poche settimane dalla sua uscita, ha saputo farsi apprezzare e gustare da tanti. Sì perché al suo primo banco di prova come scrittore Gaudino convince per stile, fantasia e innovazione narrativa. Un libro scritto con infinita cura, letto e riletto per provare a dare al lettore un testo in cui riconoscersi. La scelta dell’indirizzo universitario fu quella di Psicologia, per l’autore con l’innato talento dello scrittore. La scrittura, per lui, diventa col tempo viatico di cura e crescita interiore, di assimilazione dell’esperienze vissute così da costruire nuove scelte, desideri e relazioni. Tutto avviene per caso perché la scelta universitaria gli impose di accantonare studi squisitamente umanistici, quelli di Lettere e Filosofia e con loro il desiderio di approfondire la letteratura, le conoscenze di settore e anche il desiderio di scrivere un libro. «Scelsi psicologia per diversi motivi, fra cui la mia propensione all’ascolto», racconta il narratore che attraverso fiabe, poesie e racconti immaginifici ma al contempo carichi di senso pratico e del reale, accompagna il lettore nel suo personalissimo viaggio nel vissuto, nelle relazioni, nel mondo dei sentimenti, dei rapporti. «Quando ho scelto di prendermi cura del mio grillo parlante e successivamente dei grilli altrui, ho lasciato sospeso al filo un desiderio che ho custodito in un cassetto chiuso a chiave - spiega l’autore - in quel cassetto c’era il sogno di scrivere un libro». Il suo libro. Sintesi e prosa gentile per raccontare le proprie esperienze, i propri vissuti. “Il grillo narrante”, è questo il titolo dell’opera, per “Albatros edizioni”, che Massimiliano Gaudino presenta ai lettori con il suo consueto garbo ed eleganza. Un percorso che parte da lontano, come spiega. «Ho affidato da anni alla mia pagina social i mie racconti, le mie poesie. Qualcuno, leggendomi, mi ha suggerito: “sembri un po’ il grillo parlante, di collodiana memoria e sensazione”. Qualcuno, scherzosamente, mi ha definito voce della coscienza “pensante” e non pesante. Parole che ho accolto con energia e con la voglia di costruire qualcosa di maggiormente definito. Sì, è riesplosa la voglia di scrivere un libro. Il mio libro. Così mi sono sentito libero di volare. Di realizzare il mio sogno nel cassetto».
Dottor Gaudino, un primo libro: i titoli sono diversi tra loro, ispirati da una grande capacità titolistica, fatta di fantasia, rimandi, a volte humor fiabesco...
«I titoli dei racconti sono legati alla narrazione stessa. Partono dalle storie che ci sono dentro ogni capitolo, dentro ogni verso. Sono le storie delle persone che ho incontrato e conosciuto, con cui ho lavorato. Piccoli oggetti e ricordi che mi legano a loro sono diventati i titoli del racconto, favola e poesia stessa Come gli stessi disegni, illustrazioni che sono prodotto di autori e amici che amano disegnare come forma liberatoria. Scrivere e disegnare diventano lo stesso medoto di espressione, perché no, a volte catartica».
Nei suoi racconti anche molto, forse la parte maggiore del suo lavoro e quel suo straordinario rapporto che instaura con i pazienti...
«Sono sempre stato un professionista diverso nel mio campo. Di rottura, potrei definirmi, rispetto a stilemi e terapie utilizzate nel moderno approccio al settore. Ho sempre notato che si crea troppo distacco tra medico e paziente. Io quando “sono in stanza”, quando faccio una seduta, sono la persona che è di fronte a me. Quello tra me e il paziente è un rapporto, una relazione. Puntualmente e naturalmente stabilisco rapporti diretti, non filtrati da astruse congetture e stilemi imposti. Lo sguardo rappresenta la prima fase di connessione, umana e diretta, semplice quanto necessaria e reale».
Perché?
«Perché gli occhi parlano senza ascoltare. Credo che in qualsivoglia relazione umana, sociale, professionale, si sia smarrito il senso della realtà che è fatta di persone, non di stilemi imposti, meccanismi preconcetti e così via».
La semplicità delle connessioni, delle relazioni. Lei, tra le altre specializzazioni, è uno dei migliori referenti del Emdr... Cosa è?
«Secondo coscienza ho scelto di non utilizzare sempre e solo la voce, ma anche le mani, che generalmente uso a studio per la stimolazione bilaterale della terapia Emdr (Eyr Moviment Desensitization and Reprocessing). E così, mi ricollego al libro, ho iniziato a scrivere, prendendo spunto proprio da una serie dei miei vissuti, ma che appartenevano anche a tante altre persone».
Qualcuno ha parlato di favole e racconti nel suo libro di esopiana memoria, tra scritto semplice e scorrevole, l’utilizzo di animali a metafora di sentimenti ed emozioni, qualità e vissuti. Cosa ne pensa?
«Penso che mi sorprende ogni volta e mi rende al contempo felice sapere che il libro possa suscitare, evocare sensazioni e memorie, sentimenti diversi, nuovi, unici come sono uniche le persone che mi parlano. Posso solo dire grazie, ai miei lettori».
Cosa le è piaciuto di questa esperienza da narratore?
«Mi è piaciuto soprattutto lo scrivere in sé e per sé, fine a sé stesso. L’ho sempre trovato un modo positivo ed efficace per assorbire le negatività, trasformarle in qualcosa di positivo. Negatività intesa come senso di impotenza rispetto a situazioni spinose, inespresse e incomprese. Infatti amo scrivere di notte, prima di andare a dormire. Mi aiuta e diluire ogni pensiero, nel sonno».
Sfogliando il suo libro si incontrano stili diversi di narrazione dalla prosa alla poesia, passando per le fiabe. Alcune favole irrompono gradevolmente nel racconto a spezzare e innestare riflessioni profonde e presenti nell’animo e coscienza di tanti. Perché questa antologia, così nuova nella sua simbologia di stili e significati?
«Volevo venisse letto e sfogliato con leggerezza. Nessuna presunzione da manuale. Anzi. Tutt’altro. Ho scritto per condividere un momento pensante e non pesante. Tutti facciamo i conti con le nostre coscienze e quelle degli altri, bisogna, a mio parere, imparare ad avere un approccio leggero ed efficace in questi casi. La favola per bambini mi è sembrato il modo più diretto e pregnante per comunicare con il mio lettore. Il mio interlocutore».
Nel testo molti racconti affrontano temi forti da bullismo, alla violenza sulle donne, dall’abbandono alla diversità. Come ha saputo amalgamare tutto in un testo così diretto e semplice?
«Il flusso del racconto ha seguito quello dei miei personalissimi incontri con pazienti, persone, anche solo con me stesso. Da questo continuo e costante dialogo ne sono nati racconti e poesie sciolte, che naturalmente nella fase di assemblaggio hanno trovato ognuno il loro posto».
Il risultato è un mosaico corale e armonizzato del vissuto e del sentito. Molto belle sono le parole chiave che ricorrono a fornire un orientamento anche al lettore più disattento.
«Semplice volontà di immediatezza. Mi piace essere un buon comunicatore. Mi piace pensare al significato di ogni parola e usarla con cura. Per questo spero che questo testo, che propongo ai miei lettori possa fornire una chiave di lettura, un momento di svago, un momento di riflessione e perché no di migliore interoconnessione con gli altri. No, non si tratta di ambizioni, ma di un invito alla lettura sincero a chi ha voglia di conoscermi, come un Grillo pensante e non pesante».
A chi dedica questo libro?
«A chi scava nella sabbia per trovare il mare». In che senso? «Scrivo di notte, ma è capitato molto spesso che ho scritto in riva al mare, durante momenti di straordinaria e intima conciliazione. Adoro affondare le mani nella sabbia sottile, scavare e sentire i granelli scivolare tra le dita. Scavare e cercare rappresentano il tesoro stesso da trovare, che non è il mare, ma la volontà appassionata di dedicarsi a qualcosa. Al proprio sogno, magari perché no, ascoltando il proprio personale Grillo Narrante».
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