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23 Dicembre 2020 - 13:44
Nel 1094, Ruggero il Normanno firmava a San Brunone, fondatore dei Certosini, la concessione sulle miniere di ferro ed i forni fusori delle Serre calabresi. La vocazione industriale delle Calabrie affonda nel tempo. I forni di ghisa di Lapphytan, in Svezia, datano tra il 1150 ed il 1350. Innestandosi sulla tradizione di un territorio ricco di miniere e di boschi i Borbone realizzarono a metà del ’700 tra Mongiana, Stilo e Ferdinandea un polo siderurgico. Il triangolo industriale Mi-To-Ge sarebbe arrivato 150 anni dopo. Alla vigilia del 1861 Mongiana produceva 1 milione e 600 mila tonnellate di ferro. “Avevano rotaie di bontà inarrivabile”, scrive lo storico liberale Raffaele De Cesare. Parlava delle rotaie della Napoli-Portici, prodotte a Mongiana. Lo stabilimento fu venduto all’asta nel 1874. “Perché morì un’industria di quelle dimensioni?”, si è chiesto lo storico socialista Gaetano Cingari. Ancora nel 1924 a Locri le Officine Meccaniche Calabresi producevano magnifiche moto, la bullonatura del transatlantico Rex, motori per aerei. Furono fatte fallire nel 1934. Questa non è un’altra storia. È sempre la stessa.
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