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Mara Fortuna, ecco una penna danzante

Mara Fortuna, ecco una penna danzante

Eleganza e determinazione, solitudine e curiosità camminano assieme in questa Napoli dipinta coi colori traslucidi di una gouache da Mara Fortuna (nella foto) nel suo singolare romanzo d’esordio: “Le magnifiche invenzioni” (Giunti) sono quelle della scienza e della tecnologia e danno il titolo a una vicenda che si snoda fra i riflessi luminosi del mare di Posillipo e i vicoli puzzolenti di Toledo, lo scintillio del Teatro San Carlo e gli applausi dell’Eden parigino.

Siamo nel 1889, quando la Ville Lumière ospita l’esposizione universale: qui l’energia elettrica, troverà la sua consacrazione accanto ai miracoli dell’ingegneria con quella Tour Eiffel che diventerà l’emblema della modernità. E c’è tutto lo stupore di un mondo che cambia negli occhi di Gaetano e Tunino, i due fratelli napoletani che per caso si trovano coinvolti nelle ricerche del francese Étienne Jules Marey.

I più lo ritengono un tipo bizzarro,’o pazzo ’e Pusilleco lo chiamano, in realtà è uno scienziato e un inventore, studioso della fotografia in movimento, quella che poi diventerà il cinema. Come questo elegante raffinato gentiluomo francese si trovi a Napoli insieme alla sua donna e alla loro figlia, circondato peraltro da una fitta schiera di stranieri che come lui sono attratti dal clima partenopeo, sta ai lettori il piacere di scoprirlo.

La scrittura delicata di Mara Fortuna li accompagnerà con discrezione in un mondo sospeso fra i baluardi di una tradizione fondata su valori considerati indiscutibili e i ponteggi sottili delle idee nuove che si protendono, accattivanti e fascinose, verso un futuro ancora tutto da immaginare. E se il popolo è attaccato a una visione immobilistica della società fondata sulla famiglia patriarcale, fatta di madri erinni e padri sfiancati dalla fatica, non sta meglio la borghesia cosmopolita, costretta pur sempre dai vincoli di un perbenismo che soffoca ogni espressione autentica del pensiero e dei sentimenti. È vero, ai visionari geniali viene riconosciuta la libertà dell’invenzione, ma sul piano delle scelte affettive non viene consentita alcuna deroga.

Toccherà ai giovani smuovere le acque. Saranno loro che non si accontenteranno più di ammirare e sperimentare le magnifiche invenzioni - il cinema, il volo e anche l’anarchia - ma si metteranno in gioco con esse. Comprendono infatti che queste non rappresentano soltanto un portentoso ampliamento delle capacità fisiche degli uomini ma sono soprattutto un’espansione meravigliosa dei loro orizzonti mentali. Ed è proprio per questo che le loro vite subiranno una svolta, un’apertura nuova, uno slancio nella costruzione di un mondo diverso.

Perché in fondo, sin dall’inizio, questo volevano i due giovani protagonisti: volare. Gaetano con i suoi mirabolanti salti di danzatore, Tunino progettando qualcosa di molto vicino all’aliante. E con loro vola la penna dell’autrice, volteggiando sicura tra le atmosfere rutilanti della belle époque e restituendone al lettore i fermenti leggeri. Una penna danzante per una pagina che profuma di sole e di vento.

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