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10 Aprile 2021 - 19:10
Una delle principali ditte antiquarie del mercato internazionale, Robilant + Voena - partnership dei galleristi Edmondo di Robilant e Marco Voena, con sedi a Londra, New York, Parigi, St. Moritz e Milano - ha inviato uno dei suoi soci a Madrid per tentare di acquistare il presunto Caravaggio che giovedì scorso doveva andare all'asta dalla casa Ansorena.
Il dipinto "Ecce Homo", che partiva da una stima di 1.500 euro, era attribuito in catalogo alla cerchia del pittore spagnolo José de Ribera (1591-1652), attivo principalmente a Napoli, anche se nel mondo dell'arte si vociferava già che fosse un'opera da attribuire al grande pittore Michelangelo Merisi (1571-1610).
L'interesse di Robilant + Voena li ha portati a collaborare con un altro celebre antiquario italiano, Fabrizio Moretti - con gallerie a Firenze, Londra e Montecarlo e segretario generale della Biennale Internazionale dell'Antiquariato - per tentare di fare una potente offerta finanziaria.
Il retroscena è raccontato oggi dal quotidiano spagnolo "El País", che ha intervistato telefonicamente Edmondo di Robilant: il mercante d'arte non ha specificato l'importo che erano disposti a pagare, pur riconoscendo di essere stati pronti a fare un'offerta durante l'asta pubblica o fuori dall'asta con una trattativa privata.
Una fonte confidenziale raccolta dal giornale di Madrid ha fatto trapelare l'indiscrezione che per acquistare il presunto Caravaggio ci sarebbe stata una disponibilità ad offrire fino a 20 milioni di sterline (più di 23 milioni di euro). Secondo i calcoli della fonte con cui ha parlato "El País", il dipinto, una volta acquistato e trasferito a Londra, avrebbe potuto essere venduto per un prezzo «intorno ai 100 milioni di sterline (più di 115 milioni di euro)».
Secondo il racconto di Edmondo di Robilant, il suo partner in affari Marco Voena si è recato a Madrid per partecipare all'asta questa settimana dopo che un esperto gli aveva detto di aver trovato un dipinto molto speciale nel catalogo di una casa d'aste spagnola. '
«Ogni settimana analizziamo centinaia di cataloghi d'asta da tutto il mondo, siamo presenti in diversi mercati», ha precisato di Robilant. In questo caso Voena sapeva «subito che si trattava di un'opera importante. Certo, è difficile avere una certezza assoluta senza vederlo, ma ha avuto la sensazione, l'impressione che fosse un pezzo di alta qualità», ha aggiunto di Robilant, che assicura che Voena ha riconosciuto «la mano del pittore, di Caravaggio».
Da quel momento in poi, il suo obiettivo era di arrivare a Madrid in tempo per vedere il dipinto e fare un'offerta. Quando sbarcò nella capitale spagnola, il Ministero della Cultura, grazie all'intervento del Museo del Prado, aveva già dichiarato l'opera non esportabile all'estero e Ansorena l'aveva rimossa dalla sua sala espositiva. Di fronte ai dubbi generati sulla sua paternità, il Ministero della Cultura ha agito rapidamente, infatti, per impedirne la vendita e l'uscita dalla Spagna.
Voena ha, tuttavia, parlato con la casa d'aste per consentirgli di vedere il dipinto anche se non era più in mostra. «C'era una situazione complicata, all'inizio non sapevo se gliela avrebbero mostrata, ma alla fine gliela hanno mostrata"», ha affermato di Robilant.
Davanti al dipinto, Voena avrebbe confermato che si trattava di un Caravaggio, nonostante il cattivo stato di conservazione dell'opera. Può sempre esserci un piccolo dubbio quando la superficie del dipinto è così sporca. Ma noi siamo abituati a vedere attraverso secoli di strati di sporcizia e capire cosa c'era veramente sotto», ha raccontato di Robilant.
Il dipinto "Ecce homo", che era stato esposto dal 18 marzo nella sede madrilena di Ansorena, ha suscitato un coro di consensi tra collezionisti, storici e specialisti sulla sua paternità. Sebbene la casa d'aste attribuisse l'opera alla cerchia di Ribera, gli esperti che hanno visto il quadro di persona o in fotografia concordano sul fatto di aver avuto una reazione più emotiva che intellettuale, che ha permesso loro di riconoscere quasi subito di essere davanti a un Caravaggio.
Il parere di Voena ha coinciso con quello della professoressa Maria Cristina Terzaghi, una delle massime esperte dell'artista milanese, diventata una sorta di portavoce degli esperti del mondo dell'arte convinti che l'opera sia da attribuire a Caravaggio e non alla cerchia di Ribera.
La docente di storia dell'arte moderna dell'Università di Roma Tre è arrivata in Spagna dopo aver ricevuto un invito da un collezionista e dal Museo del Prado, ha detto a "El País". Ma prima di sbarcare a Madrid, aveva già l'appoggio e il consenso di buona parte dei suoi colleghi italiani.
Ad esempio Stefano Causa, docente di storia dell'arte moderna presso l'Università degli Studi "Suor Orsola Beninca! di Napoli, è stato uno dei primi a inviare a Terzaghi l'immagine di "Ecce homo" tramite WhatsApp ed era già convinto che fosse un Caravaggio, ma voleva la sua opinione.
«Non vedo un dipinto di questa bellezza da 20 o 30 anni. Ultimamente molti dipinti sono stati attribuiti a Caravaggio, ma, secondo me, nessuno ha la forza di questo», ha detto per telefono al giornale di Madrid. La sua convinzione è tale che non esita ad affermare che si tratta «della scoperta più bella e importante nella storia dell'arte degli ultimi tre decenni».
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