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Archeo-ascensore per scoprire la basilica della Pietrasanta

Archeo-ascensore per scoprire la basilica della Pietrasanta

Taglio del nastro da parte dell’arcivescovo Battaglia dell’ascensore che porterà i visitatori del Museo dell’acqua nel nuovo itinerario della Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta con il bel campanile, in rosso su quattro livelli con influssi bizantini di Via Tribunali.

Entrati nella basilica edificata sui resti del tempio di Diana, trasformata in basilica cristiana da Pomponio nel 525 dedicata alla Vergine Maria e nel 1670, in seguito a terremoti, ricostruita in chiave barocca da Cosimo Fanzago con un avveniristico ascensore in vetro, si scende fino a trentacinque metri di profondità nelle viscere del decumano maggiore, dove si può ammirare una parte dell’acquedotto che correva lungo l’intero perimetro della città antica, consentendo la distribuzione del prezioso bene alla città.

Il nuovo spettacolare viaggio in pochi secondi porta alla scoperta di cunicoli di mura ellenistiche, mosaici e graffiti dell’epoca greca romana della Cisterna dei Pozzari e la Piscina del Principe: la prima dalla capacità di 150 metri cubi, l’altra più ampia, larga 10 metri, lunga oltre 20, profonda più di cinque e con una capacità di 400 metri cubi di acqua. A illustrare il percorso proiezioni interattive, postazioni dedicate alla didattica e al laboratorio multimediale: giochi e attività in 3D, la stanza delle tele viventi, “viaggio nel tempo”, mosaici e pavimenti che testimoniano la presenza di una domus romana, sala cinema, bar e centro di eventi culturali di mostre e concerti.

“Guardate la Pietrasanta, vedrete una chiesa. Entrate dentro, vedrete la bellezza” ha dichiarato Raffaele Iovine, presidente dell’Associazione del Polo Culturale Lapis Museum.

Un investimento di oltre un milione di euro – ha aggiunto Iovine - da parte d’imprenditori napoletani ha consentito la riapertura di questo sito di straordinaria bellezza, l’occupazione per una decina di giovani.

Nella restaurata stupenda basilica, tra le quattro più importanti della città, con la cupola più alta del centro storico, verso il 1623 si cominciò a chiamarla Pietrasanta per la presenza di una pietra con una croce incisa su cui era stata collocata pochi anni prima un’immagine della Vergine, che si riteneva procurasse indulgenza per chi la baciava. Abbattuta nel XVII secolo, in conseguenza dei danni causati dai frequenti terremoti, la basilica fu completamente ricostruita nel 1656 da Cosimo Fanzago.

Ai lati della Basilica, due cappelle Pontano e SS.Salvatore. La prima, fatta erigere come monumento funebre dal Pontano umanista e politico. Si distingue per l’eleganza e il fascino dei dettagli di finissimo rilievo. La Cappella del SS. Salvatore, risale al 1150, rimaneggiata nel XVIII secolo, fu arricchita con pavimento in maiolica, pregevoli decorazioni e altare in marmi policromi.

Testimonianze del modello urbanistico di Neapolis si hanno anche visitando a pochi metri di distanza dalla Pietrasanta, l’area archeologica a dieci metri di profondità della Chiesa di San Lorenzo Maggiore con botteghe, il Criptoportico e il Macellum.

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