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Pietro Golia, una vita in difesa del Sud

Pietro Golia, una vita in difesa del Sud

Nemico mortale della dittatura del pensiero unico relativista e di tutti i conformismi, il giornalista ed editore di Controcorrente lascia un vuoto incolmabile nella cultura meridionale

di Vincenzo Nardiello
 
Chi lotta non muore. Mai. La cultura napoletana e meridionale piange uno dei suoi figli migliori. Pietro Golia ha intrapreso il viaggio verso la luce alla sua maniera: mentre era intento a lavorare al suo posto di combattimento. Era alla scrivania nell’ufficio della sua creatura più bella, la casa editrice Controcorrente, quando un malore lo ha sottratto all’affetto della famiglia e dei tantissimi amici che con lui hanno condiviso una vita di battaglie culturali e politiche in difesa del Sud.
Uomo d’incredibile generosità, cattolico impavido animato da un’incrollabile fede, impegnato da sempre sul fronte del meridionalismo e della Tradizione, Pietro Golia, 66 anni vissuti arditamente e senza risparmio alcuno, non ebbe mai paura di dispiacere al mondo, prendendo sempre posizioni coraggiose, culturalmente e politicamente scorrette. Spesso sfidando lo spirito del tempo.
Vicino alla destra, ma nemico mortale della dittatura del pensiero unico relativista e di tutti i conformismi, uomo di cultura poliedrica, meridionalista appassionato e appassionante, a chi gli chiedeva da quanto tempo esistesse la sua casa editrice Golia amava rispondere che «Controcorrente esiste da sempre. È lo spirito della tradizione, il paese ribelle, è la grande cultura del Sud». Prima, molto prima che la grande stampa si accorgesse delle tante pagine nere del Risorgimento, Golia fu il primo a scoperchiare il pentolone puzzolente dei lager dei Savoia dove furono deportati i soldati borbonici, dell’invasione del Sud spacciata per lotta di liberazione, dei massacri che ne seguirono e del ruolo assunto dai cosiddetti briganti e brigantesse. Profondo conoscitore della sua terra, era convinto che la sfida globalista si dovesse combattere al tempo stesso con la controrivoluzione locale e con un’opposizione su vasta scala alla turbofinanza, quella che nega l’economia reale e il lavoro produttivo, il sudore della fronte con il quale gli uomini costruiscono e realizzano se stessi. È stato proprio un uomo d’altri tempi Golia, l’alfiere di una cultura del sacrificio e della conoscenza, contrapposta allo svuotamento valoriale del potere del denaro e della tecnica.
Fiero avversario dell’intellettualismo illuminista e dell’egemonia anglosassone, l’editore di Controcorrente era innanzitutto un giornalista. Sempre attento alla realtà che lo circondava, pronto a coglierne i mutamenti e a criticarne senza sconti gli aspetti che non lo convincevano.
Pietro era così, sempre avanti; consapevole che nessuna innovazione è possibile se non all’interno della tradizione, ovvero di ciò che è permanente in una società.
Assieme alla sua casa editrice è stato la punta di diamante di un fronte del rifiuto del dominio turbofinanziario e dei comitati d’affari nazionali e internazionali che alimentano e moltiplicano le crisi, spappolando le Nazioni e rendendo i popoli ostaggio dell’affarismo e della speculazione internazionale.
Indipendenza e sovranità del Sud erano i concetti fondamentali attorno ai quali ruotava la sua concezione di alternativa sociale ed etica radicale - quasi antropologica - al caos della società dei consumi e al potere della tecnocrazia, alleata di una sinistra cosmopolita e mondialista che ha da tempo rinnegato se stessa.
Pietro Golia era questo e molto, moltissimo altro. Ha camminato tanto. E ora la luce dei suoi passi illuminerà la strada di chi verrà dopo di lui.
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