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13 Gennaio 2022 - 12:24
Un convegno dell'Accademia Napoletana di Studi Storici ha delineato la figura di Roberto Pasca di Magliano
Dall’avviso reale Il Messaggero arrivò il segnale alle navi di seguire il re a Gaeta. Roberto Pasca di Magliano (nella foto), comandante in seconda della fregata Partenope, non ebbe dubbi. Obbedire significava mettersi dalla parte “sbagliata” della Storia, quella degli sconfitti, ma l’onore di un soldato si chiama fedeltà. Era la mattina del 7 settembre 1860. Le altre unità della marina napoletana si stavano consegnando ai piemontesi. Sulla Partenope - scrive lo storico Giacinto de’ Sivo - un gruppo di ufficiali si ammutinò con il pretesto che l’ordine dovesse giungere dal ministro responsabile, ma Pasca schierò i fanti di Marina e comunicò l’ordine ai marinai, che risposero Viva il Re! A bordo accolse anche un centinaio di marinai di altre navi, che non volevano arrendersi. Pasca di Magliano combattè fino all’ultimo giorno a Gaeta, il 13 febbraio 1861. Poi seguì i sovrani delle Due Sicilie in esilio a Roma. Quando rientrò a Napoli, la gente lo indicava per strada con ammirazione. Lo additarono anche a Croce, che lo scrive in “Uomini e cose della vecchia Italia”. Un recente convegno dell’Accademia Napoletana di Studi Storici ha ricordato l’ammiraglio che non sapeva tradire.
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