Cerca

I Corpi militari esteri del Regno delle Due Sicilie

I Corpi militari esteri del Regno delle Due Sicilie

Storia militare. Da Europa, Africa e Centro America le truppe scelte che combattevano al servizio dei Borbone. (Nella foto, a sinistra, Soldati del Reggimento di fanteria “Anversa” di reclutamento vallone (belga), 1755, e a destra, Reggimento di fanteria “Real Macedonia” di reclutamento greco-albanese)

La presenza di soldati esteri nel Regno delle Due Sicilie risale all’avvento di Carlo di Borbone, nel 1734. Al fianco delle formazioni nazionali l’ Esercito poteva contare su un reggimento denominato Reali Guardie svizzere, tre reggimenti svizzeri, denominati Jauch, Wirtz e Tschoudy, quattro reggimenti valloni denominati Hainaut, Borgogna, Namur e Anversa e sul Real Macedonia, tutti provenienti dall’Esercito spagnolo, che avevano seguito Carlo di Borbone alla conquista del Regno di Napoli. Con la riforma del 1788 per svecchiare la struttura militare si provvide a sciogliere i reggimenti valloni, e i quattro reggimenti svizzeri.  Per sostituirli furono formati due reggimenti denominati esteri formati da tedeschi, dove affluirono anche svizzeri provenienti dai disciolti reggimenti. Rimase in vita il solo reggimento Borgogna di origine vallone. Anche il reggimento Re, che dal 1734 era formato da irlandesi, venne sciolto e riorganizzato con elementi nazionali. Nello stesso periodo venne formato anche il 2° reggimento Real Macedonia. Nell’agosto del 1793 sia il battaglione Borgogna che i due reggimenti Real Macedonia saranno impiegati nella difesa di Tolone. Nel 1796 venne aggiunto un reparto di Cacciatori albanesi, con reclute provenienti da oltre Adriatico per rinforzare l’Esercito, il cui organico fu aumentato. Durante l’invasione francese del 1806 a difendere le due guarnigioni di Gaeta e Civitella del Tronto si distinsero due ufficiali di origine estera: Ludovico d’Assia-Philippstahl, che difese Gaeta, e Matteo Wade, un discendente dagli irlandesi venuti a Napoli con Re Carlo. Durante il periodo murattiano nell’Esercito venne immesso, in seguito alle perdite subite nella campagna di Spagna, un nuovo reggimento denominato Real Africano. Anche se denominato africano e formato da soldati di colore in realtà non comprendeva solo africani ma anche haitiani e soldati di colore provenienti dal Centro America. Dopo la campagna di Russia e la fine del periodo murattiano ebbe termine la permanenza di queste truppe di colore nel Regno delle Due Sicilie. Con la restaurazione della dinastia borbonica l’Esercito fu rinnovato e vennero riorganizzate anche le truppe estere, anche se con pochi elementi. Fu formato un Reggimento estero composto da svizzeri, tedeschi e polacchi con un organico di 668 uomini, mentre nel 1817 venne formato un reggimento greco-albanese con un organico di circa 900 uomini. Nel 1818 il reggimento estero fu diviso in due battaglioni separati, così da formare una brigata estera di due battaglioni, il terzo era formato da macedoni. Con la rivolta liberale del 1820-1821 ed il periodo costituzionale i battaglioni esteri vennero congedati. Solo dopo la fine del periodo costituzionale e la breve occupazione dell’ Esercito austriaco iniziò la lunga parentesi estera dei reggimenti svizzeri, che terminerà solo nel luglio del 1859 con la “rivolta delle bandiere”, fomentata dai liberali e da agenti piemontesi, ed il definitivo congedamento degli svizzeri. Nell’ultima fase del Regno vennero riformati nuovamente tre battaglioni esteri formati in prevalenza da tedeschi e sudditi dell’impero austro-ungarico e da una piccola parte di svizzeri che non vollero abbandonare il servizio del Re di Napoli. Nel nostro Esercito militarono anche “italiani” che all’epoca abitavano le province austriache, come trentini e friulani. Nel corso degli anni tutti questi reggimenti e battaglioni scrissero belle pagine di Storia militare ed arricchirono il nostro territorio di cognomi stranieri che ancora oggi si incontrano.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori