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26 Dicembre 2022 - 15:26
Quest’anno il Real Teatro di San Carlo ha festeggiato i 285 anni dalla fondazione. Per l’occasione, diverse sono state le iniziative per celebrare una data così importante, tra cui l’ultima in ordine di tempo la mostra “Real Teatro di San Carlo: il massimo del Massimo nel 285° dalla fondazione” inaugurata negli spazi del Museo di Napoli-Collezione Bonelli, presso la Fondazione “Casa dello Scugnizzo” a Materdei. Tutti i più grandi artisti hanno calcato le scene di questo Teatro, un palcoscenico prestigioso di cui addirittura si innamorò perdutamente Mozart, affascinato anche dalla città; non a caso una delle sue ultime opere, l’opera buffa “Così fan tutte”, prende spunto dalla vita sociale napoletana e viene ambientata in un famoso caffè della città. Nel corso della sua lunga storia, Il Teatro San Carlo non ha mai avuto una vita tranquilla, proprio come la sua città, alla quale è legato da vincoli profondi, tanto da non essere rimasto escluso dagli avvenimenti cittadini, sia storici che culturali. Ne è una prova la prima rappresentazione di “Napoli milionaria”, commedia di Eduardo De Filippo, che fu tenuta a battesimo proprio sulle tavole del San Carlo il 25 marzo 1945. In una città devastata e immiserita dalla guerra, “Napoli milionaria” segnò l’inizio di un nuovo tema teatrale, quello drammatico, che Eduardo nella sua prima produzione aveva toccato senza mai approfondire. Una commedia in cui De Filippo volle rappresentare la tragedia di Napoli coinvolta in una guerra spietata, e in cui la necessità di sopravvivere aveva cancellato ogni scrupolo morale. La storia era ambientata proprio durante gli anni di guerra e l’intento di Eduardo sembrava infatti essere quello di rappresentare Napoli, attraverso gli occhi di Gennaro Esposito (protagonista della commedia), devastata fisicamente e moralmente dal secondo conflitto mondiale. Quando venne messa in scena per la prima volta, il pubblico impazzì letteralmente e fu lo stesso autore a ricordare il debutto di questo lavoro, in un’intervista rilasciata a Enzo Biagi nell’aprile del 1959: «Eppure è nella mia città che ho provato la più profonda commozione della mia vita. Fu alla prima di “Napoli milionaria”. Ottenni il San Carlo per una sera. Quando dissi l’ultima battuta e scese il pesante velario, ci fu silenzio ancora, per otto, dieci secondi, poi scoppiò l’applauso furioso, e anche un pianto irrefrenabile, tutti avevano in mano un fazzoletto, gli orchestrali del golfo mistico che si erano alzati in piedi, i macchinisti che avevano invaso la scena, il pubblico che era salito sul palco, tutti piangevano, e anch’io piangevo, e piangeva Raffaele Viviani che era corso ad abbracciarmi. Io avevo detto il dolore di tutti».
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