Cerca

Per il Cardinale Sisto Riario Sforza, la canzone “Te voglio bene assaie” fu riscritta dall'autore

Per il Cardinale Sisto Riario Sforza, la canzone “Te voglio bene assaie” fu riscritta dall'autore

La versione sacra del famosissimo brano d'amore composta dal poeta Raffaele Sacco piacque tanto al Cardinale che ne chiese dei versi in forma religiosa (inquadra il Qr code e ascolta tutta la canzone)

Te voglio bene assaie”, il brano che avrebbe dato inizio alla tradizione della grande canzone classica napoletana, ebbe una versione sacra grazie al Cardinale Sisto Riario Sforza. Lo testimonia Salvatore Di Giacomo nel suo libro “Celebrità Napoletane”, pubblicato nel 1896. Il testo della canzone è del poeta Raffaele Sacco. La musica - secondo lo stesso Di Giacomo, che scrive di poterne “fornire le prove” - sarebbe di Gaetano Donizetti, ma altri la attribuiscono al maestro Filippo Campanella, un musicista amico di Sacco. “Te voglio bene assaie”, era stata presentata alla Piedigrotta del 1835 ed aveva conosciuto un successo straordinario.

Il Cardinale Riario Sforza - scrive Di Giacomo - ricevette in udienza l’autore del testo e gli espresse il desiderio che la canzone “avesse un soggetto sacro”.

Il poeta, seduta stante, compose un testo di 12 strofe intitolato “Dio a l’ommo”, che immagina un dialogo nel quale Gesù Salvatore manifesta il proprio amore, non ricambiato, nei confronti dell’uomo.

Ecco l’ultima strofa della versione sacra della canzone.

"Vi’ ca li juorne fuieno!

La morte n’aspettare

Si a me tu vuo’ turnare

Nun fa difficultà

Nun fa cumm’ a tant’autre

Dicenno: e ogge e craie…

Te voglio bene assaie

E tu nun pienze a me!"

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori