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18 Gennaio 2023 - 16:08
Dario Marco Lepore (nella foto) è il presidente di Ram, l’Associazione Artistica del Mezzogiorno che ha come obiettivo la tutela e la valorizzazione storica, artistica, archivistica, architettonica, monumentale e museale del territorio meridionale. Ram è un’associazione apolitica, apartitica e senza scopo di lucro nata nel 2015 come è possibile prendere visione nel sito wwe.rinart.it che contiene lo statuto, l’organigramma e gli obiettivi associativi. L’Associazione è composta da professionisti del settore ed appassionati di arte che intendono valorizzare il bene comune. «Condividiamo la passione per l’arte e per la cultura della nostra terra - spiega Dario Marco Lepore - in un’Associazione ben strutturata che, partendo dalle delegazioni, per ora 26 in Italia ed all’estero, che amplificano la conoscenza del territorio comprendendone le potenzialità, le peculiarità e le criticità, con l'ausilio di un comitato scientifico composto dai direttori dei musei e di un comitato tecnico composto da restauratori, guide turistiche, storici e critici d’arte, crea iniziative di coordinamento e supporto alle attività del Ministero dei Beni Culturali e delle istituzioni per generare un valore aggiunto consistente non solo nella tutela del patrimonio, ma anche nella diffusione di idee e progetti, eventi innovativi come le stagioni dell’arte, dodici mesi di eventi in città, riprendendo percorsi artistici interrotti senza alcun motivo in un lontano passato come la Biennale di Napoli organizzata solo nel 1921. Coordinando le attività di associazioni ed istituzioni possiamo generare attività culturali di supporto alle iniziative dei singoli incrementando i flussi turistici e la crescita economica, culturale e sociale del Mezzogiorno».
E Palazzo Fuga? Qual è il progetto di Ram sottoposto all’attenzione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano?
«Un polo museale unico in grado di valorizzare l’arte negata; tornerebbero alla luce opere d'arte nascoste da decenni nei depositi dei nostri musei con un progetto innovativo in grado di stravolgere la museologia moderna. Una Galleria Universale a carattere enciclopedico al centro della rete museale napoletana che rappresenti nelle sue sezioni il patrimonio dell’umanità, un progetto di portata europea al centro del Mediterraneo fonte di conoscenza e di unione culturale tra popoli di culture diverse».
Quali sarebbero le sezioni del Museo?
«Dalla sezione archeologica con la più grande pinacoteca di arte antica al mondo, 1200 affreschi provenienti da Pompei, Ercolano e Stabiae, alle collezioni vascolari, dall’antico nucleo del Museo Borgiano di Velletri alla scultura, proseguendo senza soluzione di continuità la narrazione filologica dall’antico delle sezioni del Mann. La pinacoteca: dalla collezione Farnese al secolo d’oro della pittura napoletana, all’emozionante narrazione artistica dei pittori e degli scultori che nel periodo del grand tour hanno trovato la loro ispirazione durante il loro viaggio in Italia, al neaclassicismo, al naturalismo, allo storicismo, al novecento, fino ad una Galleria di Arte Moderna che, più volte auspicata, non ha mai visto la luce a Napoli. Un patrimonio immenso proveniente dai depositi di Capodimonte, San Martino, dalle collezioni della Città Metropolitana di Napoli, fino a coinvolgere la Galleria di Arte Moderna di Roma ricca di opere di artisti meridionali non esposte per carenze di spazi. L’arte orafa e l’arte sacra: il tesoro di San Gennaro rappresenta un unicum, non solo per gli ottocento anni di donazioni al Santo, ma anche per la peculiarità che tutte le opere sono state concepite dagli artisti del Borgo Orefici e che, al di là del carattere devozionale, rappresentano l’evoluzione dell’arte orafa nel corso dei secoli, un tesoro di oltre ventunomila capolavori inedito, mai esposto se non in piccola parte per carenza di spazi, il tesoro più importante del mondo».
Ma anche le arti minori...
«L’oro bianco, dalle porcellane della Real Manifattura di Capodimonte, alle maggiori manifatture europee e orientali, le antiche ceramiche, i pastori, le opere di ebanisteria, trecento anni di opere di artigiani, di artisti che non solo hanno arricchito il patrimonio delle corti europee, ma che rappresentano uno spaccato degli usi e dei costumi della nostra civiltà, della nostra terra. Il Museo Etnografico ed il Museo dell'uomo: il legame tra il Mezzogiorno e l'Oriente, gli usi ed i costumi di popoli solo apparentemente lontani che hanno influenzato i nostri percorsi artistici. Il Museo della memoria: Sezioni di beni immateriali e dell'immaginario comune, dal teatro, al cinema, dalla musica alla gastronomia, dalla letteratura alla filosofia, un viaggio nel tempo in grado di catturare i visitatori».
L’innovazione sarà anche nei servizi?
«La prima galleria commerciale monotematica dedicata al mondo dei beni culturali. Non solo bar e ristoranti ma anche gallerie di arte antica e moderna, un luogo dove generare opere d'arte. Botteghe che producono ed espongono opere rappresentative della nostra cultura, dalla porcellana di Capodimonte alle ceramiche di Vietri, dai pastori di San Gregorio Armeno alle lavorazioni tradizionali di Torre del Greco, dall’arte orafa alle sete di San Leucio, un’esperienza unica per valorizzare opere di artigiani ed artisti contemporanei».
Qual è la vostra richiesta al ministro Sangiuliano ed al sindaco Manfredi?
«Realizzare la Galleria Universale a Palazzo Fuga, un Museo di centocinquemila metri quadri, una struttura di ben trentacinquemila metri quadri più grande del Louvre a Napoli è un’occasione da non perdere non solo per valorizzare il nostro patrimonio artistico, ma anche per generare ricchezza con un progetto turistico di ampio respiro in grado di offrire opportunità di lavoro ai giovani non solo nell'ambito culturale ma anche per le attività commerciali e nell'indotto. Per qualsiasi altra attività Napoli è piena di edifici che attendono una nuova destinazione d'uso mentre Palazzo Fuga per dimensioni e logistica è l'unico edificio dove possiamo realizzare un progetto di tale portata».
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