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Negli occhi di Van Gogh

Negli occhi di Van Gogh

Avete mai sognato di entrare in un quadro? Vivere in 3d i luoghi e i paesaggi ritratti da un artista? Ora tutto questo è possibile grazie a questa mostra itinerante che dal 2017 ha registrato più di 5 milioni di visitatori ed è classificata dalla Cnn tra le 12 migliori esperienze immersive al mondo. A Napoli la sede prescelta per offrire al pubblico l’esperienza immersiva è la Chiesa di san Potito, suggestiva e monumentale struttura eretta nella prima metà del XVII secolo e inizialmente di proprietà delle monache benedettine e poi basiliane, per poi essere restaurata nel 1780 dal governo francese, che l’avrebbe infine adibita a fanteria.Il fascino della Chiesa di San Potito, ubicata poco distante dal museo nazionale, si coniuga con la luminosità e lo splendore delle opere di Van Gogh, le cui fedeli riproduzioni sono proposte , con sapienti giochi di luci e accompagnate da didascalie inerenti le varie tappe della breve ed intensa esistenza dell’artista. L’esperienza ha lo scopo di mostrare sia la complessità dell’arte di Van Gogh , sia il suo travagliato percorso formativo e di vita. La mostra si divide quindi in tre parti: la prima è dedicata ad uno studio del lavoro di Van Gogh e del suo stile. Ne viene quindi delineata una biografia inedita del’artista fiammingo, descritto come un filantropo, un benefattore, così orientato verso i bisogni dei più deboli da pensare di intraprendere la carriera religiosa dopo aver accantonato la professione di mercante d’arte. Ma la sua vocazione sarebbe stata l’arte pittorica, e all’età di 31 anni iniziò a sviluppare la sua tecnica ad acquerelli. Dopo aver realizzato 50 ritratti di contadini , nel corso di un viaggio ad Antwerp in Belgio, entra in possesso di stampe giapponesi e inizia uno studio intenso di questa tecnica. Il “periodo giapponese “ di Van Gogh è ampiamente testimoniato nella mostra da significative riproduzioni anche tridimensionali delle sue opere. I suoi studi per affinare le tecniche pittoriche sarebbero stati approfonditi presso l’accademia di Antwerp nei primi mesi del 1886 per poi proseguire a Parigi presso lo Studio Cormon. Fu in questo periodo che i fiori e in particolare i girasoli sarebbero diventati oggetto di suo interesse e quindi li avrebbe raffigurati con sempre maggiore accuratezza nelle sue tele : 11 in totale i dipinti riproducenti girasoli, esposti nelle più famose gallerie mondiali tra le quali la National Gallery di Londra. La seconda parte della mostra potrebbe definirsi “ Immersione completa – perditi tra colore e luce”. In quella che era l’abside delle Chiesa , gli spettatori , adagiati su sedie a sdraio o stesi per terra vivono un’esperienza ipnotica e multisensoriale: accompagnati da sonorità rilassanti, ammirano sulle pareti e sulla volta della chiesa le più belle opere di Van Gogh proiettate senza soluzione di continuità per 35 minuti.Tutto qui è magia: farfalle, fiori, uccelli sembrano attraversare le navate dell’edificio sacro facendolo risplendere di abbaglianti colori e rendendo gioiosa e unica quest’esperienza di conoscenza. La terza ed ultima parte della mostra, definita “Il convento - lotta contro l’oscurità” vengono mostrate allo spettatore le opere elaborate da Van Gogh nei suoi momenti bui, quando l’alcool e la follia accentuarono le ombre del suo carattere, riflettendosi sulla sua arte. L’uso di occhiali 3d enfatizza le emozioni che è possibile vivere in questa modalità,e che consente anche di udire suoni sinistri che rimandano al periodo trascorso da Van Gogh in ospedale psichiatrico. Infine altri colori più vivaci illumineranno le sue tele espressione della sua ritrovata felicità prima di trovare la morte, nel 1890, con un gesto estremo. Un’esperienza che è al tempo stesso ludica e formativa per adulti e per bambini.

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