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27 Gennaio 2023 - 10:01
Costantemente all’insegna del bello e portatrici di messaggi visivi e interiori, le opere di Bartolomeo Cristiano (nella foto con il sindaco Manfredi) continuano ad evidenziare il frutto di un lavoro capace di portare, in un’epoca distorta e martoriata, un soffio di poesia unitamente ad un’espressione unica e senza tempo. Pronte a scandagliare, attraverso colore, forma e materia, i più profondi meandri dell’animo umano, le creazioni del pittore napoletano sembrano innalzarsi fiere e decise verso misteriose dimensioni. Ed è proprio sulla scia di questa profonda concezione che l’artista dopo aver esposto al Castel dell’Ovo è giunto al Palazzo delle Arti di Napoli ( Pan) con una nuova mostra intitolata “Lo spirito greco e noi”. «Parlare della grecità - ha detto l’artista laureato in architettura e da sempre innamorato della pittura e del fare arte - significa cogliere l’idea che la vita sia una singolare mistura di vitalismo e pessimismo. L’uomo è il mortale destinato inesorabilmente al buio dell’eterna notte. Se questo è il limite (in greco antico péras) dell’umana condizione, non ci resta che godere appieno della luce del sole che splende e riscalda, bevendo con voluttà il vino del calice della vita. Il mito, l’epica, la tragedia, la ricerca della felicità (eudaimonìa), la capacità di vivere secondo misura (katà métron), la concezione ciclica del tempo, la consapevolezza della finitudine dell’uomo, sono i temi e i problemi che ho dipinto sulle mie tele. Lo spirito greco, insomma, è stato semina per il mio lavoro creativo. Lo spirito greco è luce per schiarire il cielo inquieto e privo di senso del Dio Tecnica». Spinto da un’indecifrabile forza interiore, il pittore Cristiano con il suo travaglio di artista continua nella ricerca di un’intesa tra gli aspetti del talento e l’originalità con cui riesce ad esprimerlo. Artefice di ardite opere dal profondo pensiero e di grandi tele sature di spunti sociali e umani, attraverso il suo lavoro, lascia intravedere dei sentimenti intensamente drammatici di vita che s’innalzano disperatamente verso una forma indispensabilmente chiara e trasparente. Protendendosi verso una pittura ammaliatrice, Cristiano rimane il testimone di un’arte che diventa elemento indissolubile dell’anima. Offrendo con le sue mostre personali una forma di pittura fatta di sublime poesia, l’artista riesce a portare avanti un’ indagine capace di far riaffiorare alla luce i più furtivi fervori dello spirito umano. In un mondo disordinato e gravemente malato, la produzione di Cristiano si trasforma in un invito alla meditazione poetica e alla profondità spirituale.
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