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04 Febbraio 2023 - 17:34
CASTELLAMMARE DI STABIA. Prima bisogna sondare la stabilità del costone di Varano - e se ne sta già occupando l’Eav, impegnata sul fronte del raddoppio del binario della Circum - dopo, entrerà in campo il Parco Archeologico di Pompei e l’Università di Napoli. Questa volta si fa sul serio: la Grotta di San Biagio, uno dei luoghi più antichi di culto cristiano situato sotto Villa Arianna, sarà aperta al pubblico. A parte un paio di rarissime occasioni, infatti, il prezioso ipogeo del V-VI secolo dopo Cristo è stato sempre chiuso al pubblico, è perciò conosciuto solo per le pubblicazioni - con foto - dello storico Pippo D’Angelo e di qualche altro appassionato stabiese. Mentre anche il direttore generale degli Scavi, Gabriel Zuchtriegel, come il critico d’arte Vittorio Sgarbi e chiunque altro esperto vi abbia messo piede, reputano il sito di culto un vero scrigno di tesori. Ora, quindi, insieme con gli studiosi del Parco archeologico di Pompei lavoreranno con il Centro Interdipartimentale dei Beni Culturali (CiBEC) dell’università di Napoli Federico II di Napoli per l’apertura di quella che probabilmente fu una catacomba cristiana, poi passata alla gestione dei Benedettini e che, in origine era conosciuta come Ipogeo dei Santi Giasone e Mauro, in seguito ribattezzata Grotta di San Biagio. Il suo ritrovamento con i sorprendenti affreschi di Arcangeli e Santi, avvenne in seguito a uno sprofondamento che rilevò l’esistenza di passaggi sotterranei che dalle Ville Stabiane portavano a valle. «Si tratta di un contesto unico da recuperare e valorizzare, che si aggiunge al quadro storico delle testimonianze archeologiche dell’area di Stabia - spiega il direttore del parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel - Tutto il territorio è oggetto di grande attenzione da parte del Parco archeologico che sta investendo in questi anni complessivamente circa 4 milioni di euro a Castellammare di Stabia. Oltre alle indagini sulla grotta di San Biagio, abbiamo in campo una serie di progetti di ricerca, manutenzione, restauro e accessibilità delle ville antiche sul piano del Varano e un progetto di ampliamento del Museo Libero D’Orsi nella Reggia di Quisisana». «Viste l’unicità e la complessitàdel patrimonio presente sul territorio - aggiunge Zuchtriegel - possiamo definire Stabia un vero gigante culturale e come tale va raccontato. L’importanza dell’antica Stabia si comprende non ultimo dalla vicenda della straordinaria statua del Doriforo, trovata nel 1976 nel territorio stabiese e finita negli Stati uniti, che speriamo di riportare in Italia. Insieme al procuratore capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, abbiamo aggiornato il Ministro Sangiuliano sulla vicenda in occasione della sua visita a Pompei poche settimane fa».
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