Cerca

«Gli allevamenti delle ostriche nel lago Fusaro ripartiranno nel 2024»

«Gli allevamenti delle ostriche nel lago Fusaro ripartiranno nel 2024»

Un’associazione ha presentato un progetto per il rilancio dell’acquacoltura a Bacoli

Fabio Postiglione è il presidente di Mytilus Campaniae, associazione dei produttori di mitili, che punta alla ripresa della tradizione della coltura di ostriche nel lago Fusaro. Costituita nel 2021, l’associazione è la prima a riunire gli imprenditori della mollischicultura nel Centro-Sud.

È realistico immaginare di nuovo allevamenti di ostriche nel lago?

«Un’impresa nostra associata ha in fitto uno specchio d’acqua nel Fusaro, e vi coltiva cozze. Noi abbiamo chiesto al Comune di Bacoli di ampliare l’attività, includendo la coltura di ostriche, di vongole e la pesca. L’obbiettivo è quello di definire con il Comune le condizioni ed iniziare la sperimentazione».

A oggi esistono le condizioni per riportare l’ostricoltura nel Fusaro? Quanto conta il fattore inquinamento?

«Anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Portici garantisce la possibilità di farlo. I livelli di inquinamento da non superare sono uguali per le cozze come per gli altri molluschi da allevamento. Certo, prima di iniziare è necessario il monitoraggio scientifico delle acque da parte di Asl Napoli 2 e dell’Istituto Zooprofilattico, che effettua le analisi dei campioni raccolti dall’ Azienda sanitaria. Attualmente c’è una classificazione da  ‘zona B’  dell’acqua sanitaria, il che prevede la successiva depurazione dei prodotti nell’ impianto di Baia. È dal 1995 che nel lago Fusaro si coltivano cozze di qualità, che vengono commercializzate. Gli standard sanitari previsti dalla legge sono uguali per le cozze come per le ostriche. Ci sarà poi da definire con quale tecnica sarà praticata l’ostricoltura. Se sarà quella delle cozze, le norme sanitarie saranno le stesse».

Vede l’obbiettivo a portata di mano?

«Direi di sì. L’unico problema potrebbe essere costituito dai lavori già  in corso per la liberazione delle foci del lago. È la precondizione per un funzionamento proficuo dell’allevamento. Attualmente la foce centrale funziona, e recentemente è stata liberata una seconda foce, che era ostruita. Adesso si dovrebbe mettere mano al recupero della funzionalità della terza foce. L’ostrica, che ha più ricambio di acqua rispetto agli altri molluschi, ne potrà beneficiare». Come hanno risposto i politici locali al vostro progetto? «C’è grande attenzione da parte del Comune di Bacoli e del Centro Ittico Campano, la partecipata del Comune che si occupa dei laghi Fusaro e Miseno, e sensibilità per il recupero di questa tradizione produttiva. Al convegno organizzato il 19 aprile dall’Aiost, associazione degli ostricari, con la quale collaboriamo, erano presenti sia il Comune che il Centro Ittico Campano. L’Aiost vuole formare degli addetti specializzati nella coltura e nella preparazione delle ostriche. I corsi di formazione partiranno a settembre. Noi produttori, appena avremo ottenuto il via libera dalle istituzioni locali, annunceremo la ripresa della coltivazione delle ostriche nel Fusaro».

Se la sente di anticipare una data?

«Pensiamo poter definire entro il 2023 la questione con Comune e Centro Ittico Campano. Da fine anno o da inizio del 2024 si potrebbe cominciare a preparare gli allevamenti». Nel 2024 si mangeranno di nuovo le ostriche del lago Fusaro? «Siamo napoletani, siamo scaramantici».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori