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Enrico Caruso, nella sua formazione l’influenza di Ciandelli

Enrico Caruso, nella sua formazione l’influenza di Ciandelli

Tradizione musicale.  Nel Regno delle Due Sicilie esistevano scuole eccellenti per istruire orfani e disabili

A volte la realtà si tinge di colori fiabeschi. Nel Regno delle Due Sicilie, nel 1818, furono istituiti sei orfanotrofi - rispettivamente ad Atripalda, Aversa, Giovinazzo, Reggio Calabria, Salerno e Sulmona - per accogliere i trovatelli, gli orfani, i disabili e i fanciulli più discoli della società, per istruirli alla musica e ai mestieri (come sarto, falegname, calzolaio). Da subito il San Lorenzo di Aversa si distinse dagli altri istituti - anche giuridicamente - per l’eccellenza delle sue scuole di musica; infatti le autorità borboniche assunsero gli stessi maestri del Conservatorio di Napoli, fra cui Gaetano Ciandelli, che adottarono gli stessi metodi di insegnamento e testi didattici in uso al San Pietro a Majella. Di conseguenza, il San Lorenzo si elevò a collegio di musica di pari o superiore livello degli istituti musicali europei. Pregiudizi radicati nella società, però, inibivano i musicisti dal dichiarare di aver studiato in un orfanotrofio. Conferiva maggior prestigio lasciar credere di aver studiato nel Conservatorio napoletano. Fra i pochi ad aver avuto il coraggio o la necessità di sfidare questi pregiudizi vi è Michele Lombardi, violoncellista e padre di Vincenzo, il maestro di canto di Enrico Caruso. Dunque, anche il celebre tenore ha un debito nei confronti dell’Orfanotrofio di Aversa. Michele Lombardi è una figura di primo piano sulla scena napoletana. Stabilitosi a Napoli, svolse un’intensa attività professionale e introdusse i figli nell’elitario ambiente ciandelliano. Vincenzo divenne un apprezzato direttore d’orchestra, che collaborò anche con Pietro Mascagni, e un ottimo maestro di canto che, all’occorrenza, si trasformava in maestro di ginnastica. Le arcate di fiato, l’irreprensibile legato, il timbro segnano una profonda originalità vocale e ricordano la morbida cavata del violoncello. Prima delle lezioni ricevute da Lombardi la voce di Caruso era «il suono del vento che fischia attraverso le finestre», dopo, i giudizi divennero entusiasti. Queste lezioni sono il punto di svolta. In aggiunta, Caruso si esibiva con le giovani generazioni della Scuola di Ciandelli, assimilandone ulteriormente la tecnica. Di questa Scuola fanno parte Carlo Lombardi, fratello del suo maestro, Salvatore Cajati, Luigi Stefano Giarda, e autori di celeberrime canzoni napoletane come Teodoro Cottrau e Vincenzo Valente. A ragion veduta Caruso dichiarò: «La mia voce è un violoncello».

*Docente al Conservatorio “Giuseppe Martucci”, Salerno

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