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Regno delle due Sicilie: conservatori ed orfanotrofi, così la Carità creava grandi musicisti

Regno delle due Sicilie: conservatori ed orfanotrofi, così  la Carità creava grandi musicisti

Il talento di Caruso non nasceva per caso a Napoli. Qui nel ’500 c’erano già quattro Conservatori. Erano opere della Carità, che significava molto di più del Welfare. Il più antico, Santa Maria di Loreto (1537), nella zona del Mercato, lo aveva voluto un calzolaio per accogliere i poveri con l’aiuto dei nobili e del Vicerè delle Spagne. Un frate francescano fondò nel 1589 il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo per gli orfani. La sede era a piazzetta Gerolamini. Ci insegnarono Francesco Durante e Nicola Porpora, ci studiò Pergolesi. Nel 1826 Francesco I di Borbone fece raccogliere i loro archivi, eccetto quello dei Poveri di Gesù Cristo, che era della Chiesa, nell’ex convento di San Pietro a Majella, che divenne, con l’accorpamento degli istituti, il Reale Conservatorio di Musica. Un’opera della Carità erano anche gli orfanotrofi, dove lo studio della musica era al livello dei Conservatori. In quello di Aversa insegnava Michele Lombardi, padre di Vincenzo, il maestro di Caruso.

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