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18 Agosto 2023 - 16:43
Al Congresso del 1845 (nella foto la medaglia commemorativa) il sovrano fu definito un “Giove pacifico”
Il VII Congresso degli Scienziati italiani si aprì a Napoli il 20 settembre 1845 nella sala di mineralogia dell’Università, che aveva sede nell’ attuale Museo archeologico nazionale. Ferdinando II di Borbone pronunciò un discorso “di maestà e sicurezza incitatrici di scienza”, scrive lo storico Giacinto de’ Sivo, contemporaneo degli eventi. Il Regno delle Due Sicilie inanellava primati ed invenzioni, e nei giorni del Congresso fu inaugurato l’ Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio di vulcanologia del mondo. Tra gli scienziati in realtà si nascondevano agitatori liberali e settari di varia estrazione. Per loro i congressi erano occasione di incontro. Ma i partecipanti coprirono di elogi il re. Francesco Orioli, un fisico che aveva abbandonato i voti ecclesiastici per affiliarsi alla massoneria e presiedeva la sezione di Fisica e Matematica, paragonò Ferdinando II a un “Giove pacifico”. Non era tutto oro quello che luceva, e, lasciata Napoli, i congressisti si unirono alle calunnie dei liberali contro i Borbone. Ma i congressi scientifici degli Stati pre-unitari - nota de’ Sivo - furono ben nove di fila. “Sorge chiaro - scrive - quanto [i liberali] mentissero accusandoli di avversare il sapere umano”.
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