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«Così salvai dalla distruzione i cannoni borbonici di Castellammare di Stabia»

«Così salvai dalla distruzione i cannoni borbonici di Castellammare di Stabia»

Intervista allo storico stabiese Catello Vanacore: «Recupererei i cannoni abbandonati al degrado e ne collocherei due a piazza Municipio, davanti a Palazzo Farnese. Qualcuno davanti alla Reggia di Quisisana, e nel Museo civico... quando sarà realizzato»

Lo storico stabiese Catello Vanacore ha ripercorso nelle sue ricerche le vicende dei cannoni borbonici, salvandone due dalla distruzione. Gli abbiamo rivolto alcune domande.

Che fine hanno fatto i cannoni dei forti borbonici, e quanti ne restano?

«Credo 12 o 13. Due sono collocati all’ingresso della Capitaneria di Porto, su un supporto alla buona. Gli altri sono piantati nel Porto, dai Cantieri navali  a piazza Orologio, utilizzati come bitte di ormeggio. Per metà sono infossati. Uno o due sono scomparsi e occorrerebbe  un nuovo inventario. Nel 2019 proponemmo di utilizzarli per il varo della nave “Trieste”, poi è caduto tutto nel dimenticatoio».

In che stato di manutenzione si trovano?

«Nessuno se n’è mai curato. I due cannoni collocati all’ingresso della Capitaneria di Porto li ho salvati io nel 2003, li stavano portando a fondere, come ferro vecchio, ma riuscii a bloccare l’operazione».

Da studioso, ritiene che dovrebbero essere restaurati e restituiti alla città?

«Lo avevo proposto e si poteva presentare un progetto alla UE. Bisognerebbe recuperare i cannoni infossati nella banchina nel 1867, al termine dei lavori di ampliamento del Porto. Per metà, sono cementati. Certo, il recupero non è semplice, bisogna estrarli e pulirli».

Dove li collocherebbe?

«Due a piazza Municipio, davanti a Palazzo Farnese. Qualcuno davanti alla Reggia di Quisisana, e nel Museo civico, se lo faranno… Con l’associazione “Libero D’Orsi”, abbiamo proposto il Museo. Ma mesi fa ci hanno messo di fronte al progetto di una società di Torino, con una riunione convocata l’ultimo giorno utile, quando tutto era deciso. Una presa in giro».

I cannoni spararono per l’ultima volta nella notte tra il 13 e il 14 agosto 1860, per sventare l’assalto di garibaldini e piemontesi al vascello “Monarca” …

«I cannoni appartenevano al fortino di Pozzano e a quello del Cantiere Navale. Nel 1860 a Castellammare c’erano 23 tra cannoni e mortai. Con le mie ricerche ho scoperto che nel 1868 fu chiesto al Genio Civile di Napoli l’invio di due cannoni appartenuti ai fortini. Ne inviarono 10, residuati bellici di quel periodo. Sì, alcuni di quei cannoni spararono nell’agosto 1860».

La città avrebbe bisogno di recuperare la propria Storia per rilanciarsi?

«Lo chiedevamo da giovani, ma oggi siamo senza sindaco e amministratori, e la città è in degrado totale. Non ci sono le condizioni per farlo. Diciamo la verità: nessuno se ne frega più di tanto. Io ho seguito le tesi di laurea di molti giovani. Sono un progettista aeronautico, ma la mia passione è la Storia». 

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