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21 Aprile 2024 - 18:47
Ecco come la burocrazia tiene i visitatori fuori dai cancelli di quella che fu un'opera avveniristica dei Borbone. La proposta dell'imprenditore Lanfranco Amicarelli: «Facciamo un polo della nautica da diporto»
SESSA AURUNCA-MINTURNO. No, non è un “patrimonio culturale immateriale”. Il ponte sul Garigliano è materiale e reale. Ha resistito alle mine tedesche e potrebbe funzionare ancora. Invece è sequestrato dalla burocrazia. Rari visitatori lo sbirciano dai cancelli. Storia e sapienza tecnica del Sud consegnati al degrado. Una riqualificazione fu promossa a fine anni ’90 dal sottosegretario alla Cultura Alberto La Volpe. Ma l’opera non fu consegnata. Poi il conflitto di competenze e la cultura vera accantonata per i certificati dell’ONU. A due passi dal Ponte borbonico, la bellezza del fiume Garigliano e il mare del litorale domizio. «Facciamo un polo della nautica da diporto», dice l’imprenditore Lanfranco Amicarelli, di Costruzioni Nautiche Tradizionali, cantiere a due passi dalla foce del fiume. Il PUC di Sessa Aurunca prevede un porto turistico. Storia e tradizione produttiva per ripartire. Ricetta per il Sud.
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