Le cinque scoperte archeologiche del 2023 finaliste della 10ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” sono: una città perduta dell’età del bronzo nella provincia di Shaanxi in Cina; una “taberna” di 5mila anni fa dell’antica Mesopotamia a Lagash in Iraq; Il teatro di Nerone a Roma; a Lagash, in Iraq, una “taberna” di 5mila anni fa dell’antica Mesopotamia; a Roma il Teatro di Nero; a Londra nel quartiere di Southwark i resti di un mausoleo romano; nel sito di Dongola, in Sudan, dipinti murali cristiani senza precedenti per la pittura nubiana.
La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Bmta) e Archeo hanno inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), arCHaeo (Svizzera), Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia(Francia), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).
Il direttore della Borsa Ugo Picarelli e di Archeo Andreas Steiner hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Il Premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale e cooperazione tra i popoli.
L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” -giunto alla 10ª edizione e intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale - è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.
Il Premio, assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, sarà selezionato dalle cinque finaliste segnalate dai direttori di ciascuna testata e sarà consegnato venerdì 1 novembre, in occasione della XXVI Bmta in programma a Paestum dal 31 ottobre al 3 novembre 2024.
Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 1 luglio - 1 ottobre sulla pagina Facebook della Borsa.
Descrizione scoperte

Cina: nella provincia dello Shaanxi una città perduta dell’età del bronzo
Un’équipe di archeologi cinesi ha scoperto un’intera città dell’Età del Bronzo, uno dei più grandi siti della prima dinastia Shang mai scoperti e risalenti al 1600 a.C. fino al 1046 a.C. a Zhaigou, il più antico insediamento neolitico della regione, a circa 110 km a sud della città di Yulin nella provincia dello Shaanxi. Il sito contiene alcune delle tombe più ricche mai scoperte nella regione: ad oggi sono state identificate nove tombe aristocratiche con oltre 200 manufatti tra cui un pezzo di bronzo di un carro (il resto del quale ancora sepolto con i resti dei cavalli che un tempo lo trainavano), minuscoli orecchini in oro e giada, un uccello di giada finemente lavorato e una stella di bronzo fuso intarsiata con pezzi di turchese, un guscio di tartaruga lucidato, forse uno strumento di divinazione utilizzato per creare connessioni tra questo mondo e altri meno conosciuti. Gli archeologi pensano che la città dell’Età del Bronzo sia stata la capitale di uno stato separato assimilato dalla dinastia Shang, che aveva sede nella città di Yinxu. Si ipotizza che dopo la conquista regionale la nuova città abbia reso omaggio agli Shang e, sulla base delle scoperte finora, gli archeologi pensano che un intero insediamento con tombe, edifici centrali e botteghe artigiane attende di essere portato alla luce.

Iraq: a Lagash una “taberna” di 5mila anni fa dell’antica Mesopotamia
Una zona pranzo all'aperto con panchine, un forno, contenitori per la conservazione, antichi resti di cibo e persino un frigorifero di 5.000 anni fa (denominato “zeer”, termine arabo che identifica la tecnica del vaso nel vaso per conservare bevande e alimenti) scoperti dagli archeologi dell'Università di Pisa coordinati da Sara Pizzimenti, associato di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente in collaborazione con l’equipe dell'Università della Pennsylvania guidata dalla professoressa Holly Pittman negli scavi del “Lagash Archaeological Project”, che iniziati nel 2019 hanno riportato alla luce quella che potrebbe essere una taberna del 2.700 a.C. presso Tell al-Hiba (l'antica Lagash), a 24 km a est della città di Shatra, nel governatorato del Dhi Qar, nel sud dell'Iraq.
Italia: a Roma il Teatro di Nerone
Nella corte di Palazzo della Rovere, proprietà dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Governatore l’Ambasciatore Ludovico Visconti di Modrone) e in affitto alla catena di alberghi Four Seasons, che qui sta realizzando il suo primo hotel a Roma, i lavori per la sua costruzione hanno riportato alla luce, dopo duemila anni sottoterra, una parte del teatro di Nerone, un lussuoso edificio di epoca imperiale situato a pochi metri dal Vaticano. Dal 2020 sono in corso lavori di ristrutturazione sotto la direzione scientifica di Renato Sebastiani e proseguiti da Alessio De Cristofaro, archeologi della Soprintendenza Speciale di Roma, condotti sul campo dall’archeologa Marzia Di Mento.
A cinque mt dall’attuale livello stradale sono stati rinvenuti la parte sinistra della cavea a emiciclo, la scenæ frons, con sontuose colonne lavorate di marmi pregiati, decorazioni a stucco con foglia d’oro e ambienti di servizio, forse depositi per costumi e scenografie, risalente al I secolo d.C., che anticamente sorgeva all’interno degli Horti di Agrippina maggiore, la grande tenuta della famiglia Giulio Claudia, dove Caligola aveva fatto costruire un grande circo per le corse dei cavalli e successivamente Nerone il teatro, la cui esistenza finora era stata citata solo da fonti letterarie antiche (Plinio, Svetonio, Tacito). Strutture architettoniche, elementi decorativi, sculture in marmo e un rarissimo capitello in alabastro, centinaia di oggetti del tempo, tra cui monete, utensili in osso lavorato, vetro e ceramica. L’apertura è prevista per il Giubileo del 2025.

Regno Unito: a Londra nel quartiere di Southwark i resti di un mausoleo romano
L’équipe del Museum of London Archaeology, che ha condotto lo scavo per conto di Landsec e Transport for London nello stesso sito di “The Liberty of Southwark” dove nel febbraio 2022 sono stati rinvenuti alcuni dei mosaici romani più grandi mai trovati a Londra, ha portato alla luce il mausoleo romano più intatto mai scoperto nel Regno Unito, dove sono visibili le pareti e alcuni pavimenti interni, tra cui un suggestivo mosaico circondato da una piattaforma rialzata su cui erano poste le sepolture. Il mausoleo sembra aver subito modifiche significative durante la sua vita: gli archeologi, infatti, hanno scoperto un secondo mosaico direttamente sotto il primo, indicando che il pavimento della struttura è stato rialzato nel corso degli anni. I due mosaici sono simili nel disegno, con un fiore centrale circondato da un motivo di cerchi concentrici incastonati all’interno di un pavimento formato da piccole tessere rosse. A sorprendere anche i reperti che stanno riaffiorando dagli interni: oltre cento monete, preziose tegole decorative, strumenti in metallo e frammenti di ceramica e 80 sepolture romane.
Sudan: nel sito di Dongola, dipinti murali cristiani senza precedenti per la pittura nubiana
Gli archeologi Lorenzo de Lellis e Maciej Wyżgoł del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell’Università di Varsavia, diretto dal Artur Obłuski, hanno scoperto nel sito di Dongola (Tungul in antico nubiano, capitale della Makuria, uno dei più importanti stati africani medievali) un enigmatico complesso di stanze fatte di mattoni essiccati al sole, i cui interni erano ricoperti da scene figurative ritenute uniche per l’arte cristiana. Durante l’esplorazione di case risalenti al periodo Funj (XVI-XIX sec.) sotto il pavimento un’apertura conduceva a una piccola camera, le cui pareti erano decorate con rappresentazioni uniche (la Madonna, Cristo, una scena raffigurante un re nubiano, ancora Cristo e l’arcangelo Michele), una scena che non ha paralleli noti nella pittura nubiana. L’enigma più grande è il complesso di stanze in cui sono stati trovati i dipinti. La stanza con la scena dipinta, che mostra il re David, assomiglia a una cripta, ma è a 7 metri sopra il livello del suolo medievale, adiacente a un edificio sacro identificato come la Grande Chiesa di Gesù, che era probabilmente la cattedrale di Dongola e la chiesa più importante del regno di Makuria. Fonti arabe raccontano che l’attacco del re David all’Egitto sia stato istigato dalla Grande Chiesa di Gesù: l’Arcivescovo di Dongola, proprio come Papa Urbano II, esortò dunque il re David a lanciare una crociata? Ulteriori scavi potrebbero fornire risposte a queste e ad altre domande sull’enigmatica struttura.