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Addio a Rebecca Horn, portò le “capuzzelle" al Plebiscito

L'artista tedesca, una delle più importanti della sua generazione, è morta all'età di 80 anni

Addio a Rebecca Horn, portò le “capuzzelle" al Plebiscito

"Spiriti di Madreperla" in piazza Plebiscito a Napoli

Rebecca Horn, una delle artiste tedesche più importanti della sua generazione, è morta nella serata di venerdì 6 settembre nella città di Bad König, nel sud dell'Assia, all'età di 80 anni. Con le sue opere versatili nei media del cinema, della scultura, della performance, dell'installazione e della scultura, l'arte di Horn ruotava spesso intorno alla vitalizzazione degli oggetti, che diventavano una controparte uguale e talvolta imprevedibile per lo spettatore.

Ad esempio, ha costruito sculture cinetiche con pianoforti, violini, frecce o piume che combinano riferimenti storici e poetici con la chiarezza formale. Ha anche usato ripetutamente il proprio corpo in performance e film, ad esempio nell'opera "Unicorn", in cui bilancia una cornice con una lunga asta sulla testa. Horn è nota anche in Italia per installazioni di grande impatto.

Per le feste natalizie del 2002 e il Capodanno del 2003, l'allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, commissionò all'artista un'opera da esporre in Piazza del Plebiscito a Napoli. L'opera, "Spiriti di Madreperla", era costituita da 333 teschi fusi in ghisa piantati nel selciato della piazza, ispirato dal Cimitero delle Fontanelle, caratterizzato da un celebre ossario; sulla piazza erano inoltre sospesi 77 cerchi al neon, una sorta di aureole, in contrasto con i teschi. Alcuni teschi oggi fanno parte di un'altra installazione "Spiriti" presente al Museo Madre di Napoli.

E poi l'autrice di una delle opere più amate e fotografate delle 'Luci d'Artista' di Torino, 'Piccoli Spiriti Blu', che ogni anno accende il Monte dei Cappucini: una moltitudine di cerchi al neon di diverse dimensioni, posizionati tutto intorno alla chiesa. L'intensa suggestione luminosa si moltiplica grazie alle nuvole basse e alle nebbie che si addensano sul fiume, un alone violaceo circonda l'edificio, presenza trasmutante, surreale o fantascientifica.

Nata a Michelstadt (Assia) il 24 marzo 1944, dopo aver studiato pittura e scultura alla Hochschule für bildenden Künste di Amburgo (1964-70), Horn ha frequentato a Londra la St. Martin's School of Art (1970-71) e soggiornato a lungo negli Stati Uniti. Nel 1986 le è stato assegnato a Kassel il premio A. Bode, in occasione di Documenta 8; è stata la prima donna a ricevere il Carnegie Prize (1989) e a essere designata Trägerin des Kaiserrings di Goslar (1992), prestigioso riconoscimento per le ricerche estetiche. Ha lavorato a New York, Parigi e Berlino, dove dal 1989 ha insegna all'Accademia di Belle Arti. 

Formatasi in un ambiente aperto alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi linguaggi, nel 1968 Horn ha prodotto le sue prime sculture, nell'ambito della Body Art, applicando su se stessa o su modelli estensioni artificiali, braccia, dita, armature, piumaggi ecc. (Guanti di dita, 1972; Maschera di matite, 1972): metamorfosi di corpi animati in strumenti, protagonisti di performances elaborate anche in video e cortometraggi (Einhorn, 1971; Kakadu-Maske, 1973 ecc.).

Horn ha poi introdotto nelle sue opere il movimento, meccanico o azionato da motori, progettando oggetti-macchina come "Überströmer" (1970, macchina per far circolare il sangue) o "Die chinesische Verlobte" (1972, costruzione più complessa che allude a un antico cerimoniale nuziale cinese e coinvolge nel suo funzionamento il visitatore, attraverso stimoli sonori, tattili e visivi). Con sottese tematiche e motivi costanti (alchimia, assurdo, vulnerabilità del corpo, teatralità ecc.) e con un forte impatto emotivo, le sue macchine-sculture sono parte di una complessa catena di interazioni e spesso sono riproposte in sequenze filmiche sempre più narrative, come il Ventaglio-prigione (1978) nel film "Der Eintänze""r (1978), o la Macchina-pavone (1979-80) nel film La "Ferdinanda - Sonate für eine Medici-Villa" (1981).

Nel 1990 ha realizzato un personale omaggio a Buster Keaton con il film "Buster's bedroom". Per la rassegna Skulptur-Projekte di Münster ha creato nel 1987 "Concert in reverse", in una torre medievale in rovina (prigione seicentesca e luogo di torture della Gestapo), e nel 1997 "Les délices des evêques"; a Kassel, per Documenta 9, ha ideato "The moon, the child and the river of anarchy" (1992), mentre alla Biennale di Venezia del 1997 ha presentato l'installazione "Concerto di singhiozzi da un paesaggio spezzato" (1996).

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