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Inaugurazione
08 Febbraio 2025 - 17:33
Un momento dell'iniziativa
La letteratura torna a casa. È il senso profondo della mostra “Mario Pomilio e gli amici scrittori”, inaugurata stamattina nella Sala Martucci del Conservatorio San Pietro a Majella. Un omaggio non solo al romanziere e saggista abruzzese, ma anche al contesto intellettuale in cui operò, a Napoli e nel resto d’Italia, e ai legami che ne hanno segnato il percorso umano e artistico.
Promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario di Pomilio, in collaborazione con il Centro Studi Michele Prisco, la rassegna esplora il dialogo tra Pomilio e alcuni dei protagonisti del panorama letterario del Novecento, da Carlo Bo a Michele Prisco, Domenico Rea, Luigi Compagnone e Raffaele La Capria. Un sodalizio che trova espressione concreta in lettere, manoscritti, recensioni e riviste letterarie, ora esposti per restituire al pubblico il fermento culturale di una stagione irripetibile.
L’inaugurazione ha visto la partecipazione di Carla Ciccarelli, presidente del Conservatorio, che ha sottolineato il significato dell’iniziativa: «Per Pomilio, questo è un ritorno a casa. È stato uno dei professori più illustri che abbiamo avuto, e le sue parole, tra le più brillanti del Novecento, hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana».
Ma è il direttore del Conservatorio, Gaetano Panariello, a rimarcare il ruolo della musica e della scrittura come linguaggi paralleli, entrambi veicoli di ricerca e identità. Non è un caso che Pomilio, docente di Letteratura poetica e drammatica a San Pietro a Majella dal 1964, abbia lasciato un’impronta duratura anche tra le mura di un’istituzione nata per la musica.
Ad approfondire i legami intellettuali di Pomilio e la loro incidenza nel panorama narrativo italiano è stato il professor Gabriele Frasca, che ha tracciato le linee di un’alleanza letteraria fondata su confronti serrati, amicizie solide e una comune tensione verso il rinnovamento della scrittura. Un intreccio che trova testimonianza anche nella sezione della mostra dedicata a Carlo Bo, il critico che accompagnò l’opera di Pomilio e dei suoi compagni di viaggio, sostenendo e analizzando i loro percorsi.
Il documentario "Mario Pomilio, testimone del Novecento", realizzato da Giorgio Taba con il contributo del Ministero della Cultura, ha arricchito l’incontro con immagini d’archivio e testimonianze, restituendo il ritratto di uno scrittore capace di coniugare profondità etica e sperimentazione stilistica.
La mostra, allestita nella Sala Rossini, offre un percorso che attraversa le opere, le lettere e le riviste che hanno accompagnato Pomilio e i suoi amici nella riflessione sulla narrativa contemporanea. Napoli emerge come filo conduttore, non solo scenario ma materia viva di scrittura, crocevia di idee e sensibilità che hanno segnato la cultura italiana del secondo Novecento.
L’evento proseguirà fino all’1 marzo, con una serie di appuntamenti di approfondimento. A chiudere il ciclo, sarà una lectio della professoressa Paola Villani, che analizzerà il valore di questa stagione letteraria, seguita dalla proiezione del documentario "Michele Prisco, il signore del romanzo".
Più che un omaggio, un’opportunità per riscoprire una generazione di scrittori che ha dato nuova forma alla letteratura italiana, lasciando un’eredità di pensiero che ancora oggi interroga e ispira.
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