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La musica nobile
18 Maggio 2025 - 20:12
POMPEI. La musica classica può entrare nel cuore ma anche divertire. Non sarà dimenticata la serata di ieri con "La Serva Padrona", di Giovanni Battista Pergolesi, in scena al Teatro di Costanzo-Mattiello di Pompei. La serata ha chiuso in bellezza la VII Stagione Concertistica "Artemus", con un omaggio ad Alessandro Scarlatti, a 300 anni dalla sua scomparsa, il Concerto grosso n.3 in Fa Maggiore, seguito dall'Intermezzo buffo del gustosissimo duetto amoroso tra Serpina e Uberto.

A deliziare il pubblico, che ha affollato il teatro, La Nuova Orchestra Scarlatti, diretta dal bravissimo e amatissimo Alfonso Todisco. «Avevo 23 anni quando ho avviato questa iniziativa, per portare in scena i giovani talenti della nostra terra - ha confidato dal palco il direttore Todisco - e questa sera chiudiamo la settima stagione concertistica, sperando di poter continuare per il futuro». Il sostegno, anche alla Stagione di quest'anno, da parte dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Lo Sapio.

Enzo Viccaro è stata la voce narrante della serata che ha introdotto la storia di Serpina, «la serva che si sente padrona, padronissima e aspira a sposare Uberto, il nobile e ricco scapolo», tiranneggiato dalla sua cameriera, ma che non ha alcuna voglia di ammogliarsi. Eppure... la ragazza conosce tutte le arti della seduzione, finché conduce la storia al lieto fine.

La "sorpresa" non è mancata. Quando Serpina ha tirato dal palco il direttore Alfonso Todisco, che per pochi istanti ha interpretato "Vespone il muto", presentato dalla serva a Uberto come il suo promesso sposo, "Capitan Tempesta", per ingelosire il suo padrone e indurlo a sposarla. Un po' di orgoglio per il nostro quotidiano "ROMA" che è stato sfogliato in scena a turno dagli interpreti, prima Serpina e poi anche Uberto.

Deliziosa l'esecuzione della Nuova Orchestra Scarlatti e - come sempre - perfetta la direzione del concerto di Alfonso Todisco che, per la chiusura della Stagione concertistica, ha voluto in scena il soprano avellinese, Maria Alvino, laureata con il massimo dei voti in Canto Lirico al Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino. Maria Alvino è stata una vezzosa "Serpina", interpretata con grazia e grande talento.
Una dizione straordinaria quella del basso Mattia Angelo Ribba, nel ruolo di Uberto. Ribba studia Canto Lirico al Conservatorio di Avellino. Divertentissima, con la sua formidabile mimica, l'interpretazione che ha dato del ricco e attempato signore diventato preda della sua serva.


A conclusione fine del concerto, tutti i musicisti sono stati a lungo applauditi dal pubblico in piedi, uscito dal teatro con il sorriso sulle labbra. In molti, la scoperta dell'opera di Pergolesi ha suscitato sorpresa e compiacimento, ma anche sentimenti di gratitudine nei confronti del direttore Alfonso Todisco per l'impegno con cui, da sette anni, offre a Pompei la possibilità di gustare concerti di musica colta, talvolta totalmente sconosciuta ai piccoli comuni della provincia.
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