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27 Luglio 2025 - 16:04
LOCRI. "Staurόs" la rivista di storia, arte e spiritualità della Diocesi di Locri-Gerace che esce in una nuova serie dopo l’interruzione nel 2019, è stata presentata il 25 luglio nel salone dell’Episcopio.
Diretta da Carmela Maria Spadaro, docente all’ Università Federico II, la rivista semestrale, in formato cartaceo ed E-book, è edita da Rubbettino.
Alla presentazione sono intervenuti il Vescovo di Locri-Gerace, Mons. Francesco Oliva, il dott. Carlo Pelliccia del CNR, l’ assessore regionale alla cultura Caterina Capponi, l’assessore alla cultura del Comune di Bovalino Pasquale Blefari, il direttore editoriale di Rubbettino Luigi Franco, studiosi ed esponenti dell’ associazionismo culturale.
«La Storia – ha detto Mons. Oliva- ci porta alla radice dei fenomeni e la pluralità di studiosi che collabora a STAURÓS assicura la qualità della ricerca».
«Nel comitato scientifico della rivista – ha sottolineato la prof.ssa Spadaro – sono presenti storici, archeologi, storici dell’arte e studiosi di Storia locale».
Il primo numero della rivista è interamente dedicato alla figura del beato Camillo Costanzo (1571-1622), missionario gesuita nato a Bovalino e formatosi a Napoli, che fu martirizzato in Giappone.
«È una figura-ponte tra passato e futuro del nostro territorio – ha detto l’ assessore regionale alla cultura, Caterina Capponi – e il passato è pieno di insegnamenti che ci danno la dimensione del nostro domani».
L’ assessore alla cultura di Bovalino, Pasquale Blefari ha annunciato che sono in corso contatti per il gemellaggio con il comune giapponese dove il beato Camillo Costanzo, morì martire.
La sua figura è stata ricostruita dallo studioso Carlo Pelliccia. Il gesuita fu vittima dell’ editto di proscrizione dei missionari cattolici promulgato nel 1614 dal Governo giapponese, che li costrinse all’ esilio a Macao e a Manila. Ma Camillo Costanzo nel 1621 si imbarcò travestito da mercante su una nave diretta a Nagasaki per raggiungere una zona abitata da cattolici rimasti isolati e perseguitati dal Governo giapponese. Scoperto, fu arso vivo con altri 12 gesuiti italiani sulla spiaggia di Tabira, a circa 120 km da Nagasaki il 15 settembre 1622.
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