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piano di sorrento
22 Agosto 2025 - 15:29
PIANO DI SORRENTO. È stato rappresentato giovedì sera, a Villa Fondi, lo spettacolo "Alcioneo il gigante del Vesuvio", nell'ambito della rassegna Estate blu, curata dall'Assessorato allo spettacolo. Frutto di ricerche e di studio appassionato da parte dell'antropologo Giovanni Gugg, lo spettacolo, messo in scena dalla Compagnia Marionettistica Vesuviana, è stato ideato e realizzato proprio grazie al testo di Gugg.
E così Marco Milone, Rosario Esposito e Roberta Izzo hanno dato vita e forme a marionette a filo che hanno non solo fatto rivivere il teatro popolare, ma hanno saputo trasporre un mondo mitologico in una realtà geografica, quella Vesuviana, lanciando messaggi di forte attualità: dal rispetto dell'ambiente alla convivenza pacifica tra popoli, all’architettura sostenibile. Un viaggio nel mondo magico dei pupi e delle marionette, portati in scena grazie all’interesse di una Compagnia, quella Marionettistica Vesuviana, che si è avvalsa delle competenze di Marco Milone, per 30 anni autore, musicista, attore, polistrumentista, autore e scrittore di musica e spettacoli e di Roberta Izzo, a lungo vocalist e performer. «Alcioneo - spiega l’antropologo - nasce dal desiderio di raccontare il Vesuvio con occhi diversi: non come una minaccia o un simbolo da cartolina, ma come un gigante che ci interroga. Un personaggio antico e nuovo, radicato nel mito e immerso nei problemi del presente. Volevo portare la mia antropologia fuori dall’università, farla incontrare con il teatro, con la tradizione delle marionette e con l’immaginazione collettiva. Ieri sera, grazie alla Compagnia Marionettistica Vesuviana e al sostegno del Comune di Piano di Sorrento, questo sogno si è realizzato. È stato emozionante vedere bambini e adulti incantati da un racconto che parla di radici, di fuoco e di memoria. Spero che “Alcioneo” possa continuare a camminare, a parlare, a far pensare e, magari, anche a far sorridere. Nella mitologia greca, Alcioneo è un gigante che sfida gli dèi durante la Gigantomachia, ma viene sconfitto. Claudio Claudiano, nel IV secolo d.C, ne scrive nel "Ratto di Proserpina", dicendo che dopo quella sconfitta è fuggito sotto il vulcano Vesuvio. Nel corso dei secoli, quel mito è stato raccontato più volte, ma dall'Ottocento ha cominciato a sparire, fino a essere dimenticato. Io l'ho riscoperto facendo ricerca sull'immaginario collettivo vesuviano e, dopo aver incontrato Marco e Roberta, ne ho scritto un copione per uno spettacolo, appunto. Nel nostro testo, Alcioneo è un personaggio mitologico attualizzato al contesto contemporaneo: un gigante del Vesuvio, figlio della Terra e del Fuoco, simbolo vivente del rapporto tra l’uomo e il vulcano, tra la natura e la cultura, tra il passato e il presente. In altre parole, nel nostro racconto Alcioneo non è un nemico da sconfiggere: è una figura arcaica e fragile, che rappresenta le forze profonde del territorio vesuviano: il fuoco, la memoria, il rischio, ma anche l’infanzia, la lentezza, l’ascolto della Terra. Certo, è pericoloso e ha sbagliato, ma ha anche imparato e oggi è un vecchio saggio da ascoltare».
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