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Il ricordo

Antonio Gargano, una vita per la filosofia

Per quarant'anni è stato segretario generale dell'Istituto Italiano per gli Studi filosofici

Antonio Gargano, una vita per la filosofia

Antonio Gargano

Antonio Gargano se n’è andato nel silenzio. Una intera vita dedicata alla filosofia, intesa come studio del pensiero, pratica di insegnamento e, soprattutto, come scelta di impegno etico. Professore al Suor Orsola Benincasa, per quarant’anni è stato segretario generale dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, presieduto e fondato nel 1975 da Gerardo Marotta.

Con “l’avvocato” - così lo chiamava sempre, non rinunciando mai a dargli del lei - ha condiviso il progetto di stimolare la rinascita culturale di Napoli attraverso la circolazione di un pensiero libero e moderno, aperto decisamente all’innovazione scientifica ma saldo negli imperativi morali innestati sulla tradizione filosofica occidentale.

E se Marotta era il genio appassionato e sferzante dell’Istituto, Gargano ne era la mente sistematica e il braccio operativo. Non è questa la sede per elencare l’infinità di convegni organizzati o semplicemente ospitati dall’Istituto, né per fare la lista dei grandi nomi delle scienze, delle arti, delle lettere ma anche del mondo della politica e delle professioni che vi hanno tenuto conferenze e dibattiti, tutti rigorosamente aperti al pubblico.

I saloni di Palazzo Serra di Cassano sono stati una fucina di idee per generazioni di giovani che, in maniera del tutto libera e svincolata da qualunque impegno accademico, potevano frequentare seminari in una svariata quantità di discipline. Un’organizzazione serrata di cui Antonio Gargano teneva magistralmente le fila.

Conosceva e riconosceva tutti, dal Nobel pluripremiato al liceale più sprovveduto, e tutti accoglieva con quel sorriso gentile e quei modi pacati che ti facevano sentire subito a casa. Capitava talvolta che il salone degli specchi fosse stracolmo: se ne scusava e ti accompagnava in una saletta dove si poteva assistere all’evento da uno schermo, oppure ti andava a cercare una sedia in un’altra sala, in modo da farti accomodare comunque.

Se si doveva organizzare una mostra o la presentazione di un libro bastava spiegargliene la valenza culturale per essere rassicurati sul fatto che le porte dell’Istituto sarebbero state aperte. Quanti ragazzi hanno mosso i primi passi nella storia della filosofia grazie a lui? Quanti giovani hanno approfondito le loro conoscenze con il suo insegnamento?

Quanti cittadini hanno trovato nell’Istituto un punto di riferimento valido per la propria crescita intellettuale? E quanti vi hanno trovato ospitalità per le proprie proposte? Centinaia di migliaia. Quanti invece erano ieri al suo funerale? Una trentina di persone. La sorella con pochi familiari, qualche amico intimo e pochi allievi. Autorità cittadine? A parte il rettore del Suor Orsola, Lucio D’Alessandro, nessuna.

Per l’Istituto di Studi Filosofici c’erano Arturo Martorelli e Massimiliano Marotta. Ma neanche uno che abbia sentito il bisogno di dire una parola. E allora, dalle colonne di questo giornale antico, che spesso ha ospitato la prosa limpida e dottissima dei suoi articoli, la diciamo noi: Grazie, caro professor Gargano.

Per l’infinita cultura che, per fortuna, lasci negli innumerevoli libri che hai scritto. Per la semplicità con cui l’hai messa a disposizione di tutti. Per la serietà con cui hai portato avanti il tuo progetto per l’Istituto. Per la dignità con cui, cambiate le circostanze, hai saputo farti da parte. Sei stato una ricchezza incommensurabile per questa città. Grazie, a nome di tutti. Anche di quelli che non sanno quello che fanno.

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