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Sembrava famiglia e invece era prigione

Una giovane donna in fuga dal patriarcato nel romanzo di Romina Caruana

Sembrava famiglia e invece era prigione

“Pirandello mi fa un baffo” è il nuovo romanzo di Romina Caruana

Il patriarcato dietro l’angolo. Ricchi, uniti e felici? sotto le apparenze di una famiglia da Mulino Bianco si nasconde l'inferno. “Pirandello mi fa un baffo” (Terra somnia editore) è proprio quello che pensa l’autrice, Romina Caruana, della vicenda narrata.

La realtà come finzione, la maschera da portare in società e in casa, è l’esperienza quotidiana di un’intera comunità familiare, madre, figli e nonni, tutta tesa ad assecondare il volere soffocante di un padre-padrone. Una penna abile e una sensibilità profonda fanno di questa storia un percorso di presa di coscienza ma anche un grido verso il sistema normativo italiano che, malgrado le numerose aperture, continua a essere fondato su una visione sostanzialmente patriarcale della famiglia.

È per questo motivo, che, nonostante le prove conclamate del comportamento palesemente vessatorio di Luigi nei confronti del figlio autistico, la madre, ancorché separata, non riesce ad ottenerne l'affidamento. Il potere derivante dal prestigio professionale del marito, pediatra valido e apprezzato per generazioni di catanesi, impedisce a tutti di scoprirne il lato oscuro, narcisistico e sadomasochistico che si rivela solo dietro le pareti domestiche.

Ci vorrà il coraggio della figlia Eleonora a rompere la prigione, un coraggio nutrito di studi disperati e scarse ma significative amicizie. Ci vorrà il coraggio di tagliare i ponti con un ambiente mortifero e soprattutto il coraggio di chiedere aiuto. Una storia complessa, ricca di colpi di scena e densa di situazioni paradossali in cui non poche possono riconoscersi.

Perché che il persecutore sia un padre, un marito o un fidanzato, non rende diverso l'approccio al problema: le relazioni malate che si instaurano dentro le famiglie e nei rapporti di coppia sono il frutto di una mentalità ancora troppo diffusa che chiama "amore" la sottomissione e l'arrendevolezza delle donne, mentre tende a svalutarne l'intelligenza e le manipola ingabbiandole nel senso di colpa. Che è capace di andarsi a cacciare ovunque, persino nell'aver partorito un bambino autistico.

L'altra faccia della medaglia sono le persone sane: sono loro che fanno la differenza. Il legame fra donne, certo. Quello sostiene e conforta. Ma anche l'amicizia e il sostegno maschile esiste ed è essenziale. Anzi, in questo romanzo, dall'innegabile sostrato biografico, è determinante. Non solo per la nuova vita della protagonista, ma anche per quella di sua madre e di suo fratello.

E infine ci sono le tradizioni antiche: non quelle che opprimono, ma quelle che ci restituiscono alle nostre radici profonde recuperando la sapienza delle mani . Nel romanzo è l'arte della tessitura unita al ricamo, che le donne siciliane praticavano cantando e intrecciando i fili nell’ordine fisso suggerito dal ritmo delle nenie tramandate da madre in figlia. Una vita piena, come una bella storia, è solo questione di intrecci.

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