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Al San Pietro a Majella la musica incontra la follia

L’opera di Carlo Mormile chiude il progetto pro-ben e racconta la mente come luogo di dolore e rinascita

Al San Pietro a Majella la musica incontra la follia

Quando la musica riesce a farsi terapia, la follia smette di essere silenzio. È accaduto nella Sala Scarlatti del Conservatorio San Pietro a Majella, dove il Maestro Carlo Mormile ha presentato “Matricola Zero, Zero Uno - Percorsi di follia”, opera musicale che ha segnato la conclusione del progetto PRO-BEN, promosso e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca per la promozione del benessere psicofisico tra gli studenti.
Ispirata al libro del magistrato Nicola Graziano, l’opera ripercorre i tre giorni vissuti dall’autore come recluso volontario nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Un’esperienza estrema trasformata da Mormile in un racconto musicale che attraversa la mente e le sue ferite, fino a restituire alla sofferenza una forma di coscienza collettiva.
«Abbiamo chiuso un percorso che ha unito ricerca, musica e riflessione - ha detto il presidente del Conservatorio, Carla Ciccarelli - nel segno di un dialogo autentico tra arte e salute mentale. È in questo intreccio che la creatività diventa strumento di cura».
“San Pietro a Majella non è soltanto un luogo di formazione artistica - ha aggiunto - ma anche uno spazio di crescita personale, dove la musica può farsi linguaggio di ascolto, inclusione e guarigione. “Matricola Zero, Zero Uno” ne è stata la testimonianza più concreta”.
Accanto a Mormile, il direttore del Conservatorio Gaetano Panariello, che ha voluto sottolineare il valore dell’arte come “ponte tra conoscenza e benessere, capace di educare alla consapevolezza e alla solidarietà”.
Sul palco si sono alternati Patrizio Rispo, voce recitante, i solisti Carlo Vannini, Sara Gioielli e Bianca De Luca, gli studenti di Musica d’insieme jazz diretti dal Maestro Giulio Martino, il Coro del Conservatorio e il Laboratorio Corale di Napoli guidati da Piera Di Bella.
L’incontro introduttivo, con Nicola Graziano, Barbara Squitieri, Flavia Serio e lo stesso Rispo, ha trasformato la riflessione in dialogo: quello tra arte e follia, dove la musica diventa voce, racconto e riscatto.

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