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Alla Fondazione Banco Napoli i “Sedimenti” di Guido Palmadessa

Dal 5 novembre a Palazzo Ricca esposte ventuno opere del famoso muralista argentino a cura di Noemi Verdoliva

Alla Fondazione Banco Napoli i “Sedimenti” di Guido Palmadessa

Un archivio emotivo fatto di corpi raffigurati come materia viva, come registro di gesti, come luogo della memoria. “Sedimenti” è la mostra dello del pittore e muralista argentino Guido Palmadessa, curata da Noemi Verdoliva, che inaugura Mercoledì 5 novembre alle 18 a Palazzo Ricca (Via dei Tribunali, 213) sede della Fondazione Banco Napoli. Ventuno dipinti su tela realizzati con tecnica mista prevalentemente con pittura a olio, di medio e grande formato, e una serie di 20 disegni su carta intitolata First thoughts.

«La mostra - spiega la curatrice Verdoliva - ripercorre la ricerca dell’autore come indagatore delle connessioni interpersonali. Ritratti accidentali che catturano momenti intimi in uno stato di continua trasformazione, mettendo in discussione l’idea della pittura come qualcosa di fisso, come se l’immagine stessa resistesse alla propria immobilità. La pittura è intesa come strato e come traccia: una superficie che trattiene il passaggio del tempo, dei corpi, dei gesti, ogni immagine è un deposito emotivo, un frammento affiorato da una memoria incompleta, una materia che si è sedimentata tra il gesto istintivo e costruzione meticolosa».

Il “sedimento” non è solo come accumulo di materiale inerte, ma come patina, un velo di autenticità determinata dal vissuto. È il residuo del pensiero, il resto del ricordo, la forma minima dell’affetto, il tempo che si è fatto corpo. «Per la prima volta, la Fondazione Banco di Napoli ospita nelle sale dell’ala ovest le opere di Palmadessa, - commenta il Presidente Orazio Abbamonte - un incontro significativo, che mette in dialogo due forme diverse ma affini di memoria: quella custodita nei documenti dell’Archivio e quella evocata dalle immagini dell’artista. Entrambe nascono dal desiderio di trattenere tracce del tempo, di dare forma all’invisibile, di restituire una continuità al fluire delle vite e delle storie».

Le figure che animano le tele emergono e scompaiono, come immagini ricordate troppo tardi, affiorando da una nebbia di segni e cancellature. Non sono mai del tutto presenti, eppure non svaniscono: restano sospese nel punto esatto in cui l’essere si fa dubbio, e il dubbio diviene forma, consapevolezza. In questo spazio di ambiguità, la pittura diventa un corpo vulnerabile, che respira e muta come un organismo vivente e assume di volta in volta nuovi significati attraverso gli occhi dell’osservatore.

Guido Palmadessa tra i più noti street artist, è nato Buenos Aires, vive e lavora a Berlino. Formato presso l’Università Nazionale delle Arti (U.N.A., Argentina) e cresciuto nel movimento di arte urbana, la sua opera mantiene una tensione tra gestualità espressiva e costruzione figurativa. Attraverso il colore e la materia, esplora temi come la memoria affettiva, l’empatia, il corpo e le relazioni tra le persone, che spesso funzionano come metafore di più ampi legami sociali. I suoi murale e dipinti si possono trovare nel Regno Unito, Francia, Austria, Germania, Italia, Spagna, Grecia, Svezia, Portogallo, Croazia, Kosovo, Russia, Stati Uniti, Messico, Cile, Argentina e Bolivia. Sedimenti è aperta fino al 30 novembre.

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