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17 Dicembre 2025 - 14:43
Napoli, da sempre laboratorio culturale vivo, ha ospitato la presentazione di Braccata, il nuovo thriller di Marina di Guardo edito da Mondadori, nello storico Gran Caffè Gambrinus, nelle nuove sale di via Chiaia, aperte eccezionalmente al pubblico per la prima volta in assoluto proprio in occasione dell’evento. Una serata organizzata dal giornalista Alessandro Iovino in collaborazione con Rosa Benincasa Management, che ha curato anche l’impianto creativo della serata. Ad aprire l’incontro è stato lo stesso Iovino, che ha sottolineato il valore simbolico del luogo.
«Il Gambrinus è un caffè letterario che ha attraversato la storia culturale del Paese – racconta Michele Sergio del Gran Caffè Gambrinus - basti pensare agli artisti e agli intellettuali come Oscar Wilde che lo hanno frequentato, e ancora oggi continua a essere uno spazio vivo di confronto e pensiero grazie a una nostra precisa volontà di custodirne l’identità».
«Essere qui, in una sala nuova che si apre alla città proprio con un evento letterario, aggiunge un valore ulteriore a questo incontro - commenta Alessandro Iovino. Quando ci siamo sentiti con Marina per organizzarlo, l’idea è stata immediata, perché questo spazio racconta bene il senso di un romanzo che parla di esposizione, giudizio e sguardo collettivo».
Nel dialogo con l’autrice, Iovino ha guidato il pubblico dentro il processo creativo di Braccata, soffermandosi sul rigore narrativo richiesto dal genere thriller e sulla capacità dell’autrice di coniugare tensione e profondità psicologica. Accolta da un pubblico attento, Marina di Guardo ha raccontato la genesi del suo decimo romanzo: «Sono felice di essere qui, a Napoli, città che amo profondamente - spiega Marina; questo libro nasce dall’idea di raccontare una vacanza in Sicilia di due ragazze che si trasforma in tragedia, con la scomparsa e la morte di una di loro, e con l’incubo che travolge la protagonista, trascinata in una spirale di dolore, sospetto e giudizio».
Un processo creativo lungo e strutturato, fatto di una traccia precisa e di un finale pensato come una vera sfida al lettore: «Il finale è fondamentale, deve essere intrigante e spiazzante, e credo che in questo romanzo scoprire l’assassino sarà davvero difficilissimo».
A commentare Braccata è stata la scrittrice Sara Clafardoni, che ha restituito al pubblico una lettura intensa e fortemente contemporanea: «È un thriller potentissimo, ma soprattutto è un libro che parla di vita, che ti bracca anche dopo aver chiuso l’ultima pagina, perché Angela diventa una preda perfetta di un sistema che non concede più la complessità dell’essere umano».
Il titolo stesso, ha spiegato Clafardoni, è una dichiarazione narrativa e civile: «“Braccata” è una parola dura, ed è esattamente ciò che accade alla protagonista, ridotta a maschera, colpevole ideale, vittima di un giudizio che semplifica e schiaccia».
Un tema, quello del giudizio mediatico e sociale, che Marina di Guardo affronta consapevolmente nel suo nuovo romanzo Mondadori: «Ho scelto di parlarne perché ci riguarda tutti, perché basta poco per essere risucchiati in una narrazione più grande di noi».
La serata, impreziosita dall’apertura musicale del sassofonista Giuseppe Bove, della squadra creativa di Rosa Benincasa Management, ha trasformato la presentazione in un autentico salotto letterario, confermando il Caffè Gambrinus come luogo simbolico di dialogo tra tradizione e contemporaneità.
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