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Archeologia

Oplontis, nuovi scorci di affreschi dal cantiere di scavo della Villa di Poppea

Il raffinato salone della Maschera e del Pavone disvela le sue reali dimensioni e ricchezze decorative

Oplontis, nuovi scorci di affreschi dal cantiere di scavo della Villa di Poppea

È in corso a Oplontis-Torre Annunziata (Napoli) un cantiere di scavo e restauro della Villa di Poppea, che sta interessando in particolar modo il celebre salone della Maschera e del Pavone, uno degli ambienti più raffinati della villa, decorato in II stile. Dallo scavo, di recente avviato, affiorano primi nuovi scorci di raffinati affreschi, tra cui vivaci figure di pavoni e maschere. I primi risultati delle indagini, tra cui il completamento dello scavo del salone, sono illustrati in un articolo dell'e-journal degli scavi di Pompei, oggi pubblicato.

«Nonostante le tracce presenti e gli sforzi interpretativi fatti al tempo dei primi scavi, il reale andamento di questo ambiente e di quelli vicini fino ad oggi conservava molte incertezze che l'attuale intervento di scavo potrà chiarire - spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - oltre a mettere in luce nuove porzioni decorate con straordinari dettagli e colori, di cui già ne possiamo ammirare qualche anteprima».

Tra le scoperte di particolare rilievo, una figura integra di una pavonessa, speculare all'esemplare maschio rinvenuto sulla porzione meridionale della stessa parete, e alcuni frammenti con la raffigurazione di una maschera scenica riconducibile a un personaggio della Commedia Atellana, a differenza di altri presenti nell'ambiente e attribuibili alla Tragedia. Si tratta di Pappus, un vecchio rimbambito che tenta di fare il giovane ma che finisce regolarmente per essere beffato e deriso.

Di interesse anche il rinvenimento di alcuni frammenti di affresco raffiguranti parte di un tripode dorato, inscritto in un oculus (cerchio), allo stesso modo della raffigurazione al centro di un'altra parete, dove invece è rappresentato un tripode in bronzo.

Grazie alla tecnica dei calchi, lo scavo ha anche restituito le impronte di alberi che ornavano il giardino, in posizione originale e inseriti in un preciso schema ornamentale, che raddoppiava il colonnato del porticato meridionale, richiamando schemi documentati nelle domus pompeiane e nello stesso sito di Oplontis.

È possibile che le specie arboree presenti in questo ambiente fossero affini a quelle individuate dalle analisi archeobotaniche effettuate in passato negli ambienti adiacenti come ad esempio l'olivo. Lo scavo ha, inoltre, determinato l'individuazione di quattro nuovi ambienti che si aggiungono ai 99 già noti, tra cui un vano absidato che fa verosimilmente parte del settore termale.

Interessante è il rilevamento di un paleoalveo, antico tratto di alveo di un torrente a carattere stagionale, che scorreva proprio in corrispondenza del tracciato di via dei Sepolcri, formatosi probabilmente dopo l'eruzione del 1631, che ha eroso parte dei depositi dell'eruzione del 79 d.C., offrendo una comprensione più chiara del paesaggio circostante.

«Questi primi risultati offrono nuove e promettenti prospettive di ricerca per la conoscenza della planimetria della villa - aggiunge Zuchtriegel - e per lo studio delle interazioni tra insediamento umano e ambiente naturale nel lungo periodo».

In contemporanea al'intervento di scavo è in corso anche un cantiere di restauro degli apparati decorativi di due piccoli ambient, in origine destinati ad area di riposo, detti cubicola, che affacciano nell'area sud occidentale della villa, proprio in prossimità dell'area dell'altro cantiere.

La loro decorazione, con stucchi, pareti affrescate, volte dipinte e mosaici pavimentali di straordinaria bellezza, rivela, al pari degli altri ambienti della villa, una capacità tecnica da parte degli esecutori dell'epoca molto alta, e una palette di pigmenti varia, costituita anche dal blu egizio.

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