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Carmine Guerriero, pittore del silenzio tra terra e cielo

La retrospettiva nella Sala Alvarez de Toledo del Palazzo Baronale di Avella

Carmine Guerriero, pittore del silenzio tra terra e cielo

Carmine Guerriero

Nella Sala Alvarez de Toledo del Palazzo Baronale di Avella si è registrata una partecipazione attenta e sentita per la retrospettiva dedicata a Carmine Guerriero, in arte GuerrCa, figura appartata ma di profonda statura nel panorama della pittura italiana contemporanea.

Un artista che ha saputo coniugare misura formale e tensione interiore, restituendo alla tela una visione del mondo sospesa tra radicamento terreno e aspirazione spirituale.

La mostra, significativamente intitolata “Carmine Guerriero. Un pittore in viaggio tra terra e cielo”, rende omaggio a un autore scomparso nel 2023 e nasce da un progetto condiviso tra la Società Editrice Audère daily srls e il Comune di Avella, guidato dal sindaco Vincenzo Biancardi, con il patrocinio morale della Pro Loco Avella, di PMI International e dell’associazione AvellaArte.

Un’operazione culturale che va ben oltre il semplice evento espositivo, ponendosi come atto di memoria e restituzione critica. Curata con partecipazione affettiva e rigore scientifico da Carmen e Salvatore Guerriero, figli dell’artista, insieme a Nelly Russo, responsabile dell’Ufficio Turismo e Cultura del Comune di Avella, la retrospettiva ha raccolto oltre venti opere provenienti da prestiti ecclesiastici, collezioni pubbliche e raccolte private.

Un corpus selezionato capace di restituire, per tappe essenziali, l’evoluzione linguistica di Guerriero, in un dialogo costante tra arte, archeologia, spiritualità e tradizioni identitarie. Le tele esposte, profondamente innervate nel territorio, sembrano stabilire un confronto silenzioso con la storia millenaria della città, caricandosi di valenze universali e aprendo nuove stratificazioni simboliche.

È un percorso che celebra Avella come luogo dell’anima e, al contempo, testimonia il legame viscerale dell’artista con la propria terra. L’immagine del “pittore in viaggio” diventa così chiave interpretativa di un itinerario che muove dai primi ritratti in bianco e nero, segnati da un rigoroso controllo del segno, per approdare a un naturalismo luminoso e vibrante, dove il colore si fa emozione e la luce diventa materia narrativa.

Il tracciato espositivo si configura come un’indagine intima, quasi confessionale, sull’uomo e sul pittore, attraversando le stagioni decisive della sua vita: l’omaggio alla terra natia con i paesaggi pacati e i siti archeologici; la fase della crisi interiore e della fede come approdo salvifico; i tramonti accesi di rossi incandescenti, metafora di un tempo che declina; fino alla dimensione domestica, fatta di affetti, convivialità e nature morte, dove l’ordinario si carica di senso.

In questo modo l’arte di Guerriero diventa anche una straordinaria occasione per riscoprire Avella, antica città dell’Irpinia, attraverso un viaggio che dalle tele si prolunga idealmente nei luoghi reali che le hanno generate. Carmine Guerriero, “avellano doc”, ha attraversato la vita con discrezione e coerenza, dedicandosi alla famiglia, al lavoro e a una passione artistica coltivata con ostinata fedeltà.

Tra Roma e Napoli, a partire dagli anni Sessanta, ha costruito un percorso riconoscibile e autonomo, dando vita a una produzione di oltre quattrocento opere ispirate alla storia, al sacro, ai paesaggi, alla quotidianità e agli affetti più profondi.

Molti dei suoi lavori sono oggi conservati in sedi istituzionali, chiese, gallerie e collezioni pubbliche e private. Premiato in numerosi contesti nazionali e internazionali, Guerriero ha lasciato un segno riconoscibile per uno stile misurato e una pittura silenziosa e necessaria, che continua a parlare con voce limpida anche oltre il tempo della sua esistenza.

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