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04 Aprile 2019 - 14:08
Pierluigi Fiorenza, dg del Teatro Karol dà voce alla rabbia degli stabiesi: Soprintendenza e Comune assenti
CASTELLAMMARE DI STABIA. Tra qualche settimana riapre al pubblico Villa Arianna, off limits da fine settembre scorso, perché gravemente danneggiata da un nubifragio. La riapertura dell’antica domus della Stabiae sommersa dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. è una notizia positiva per chi ama le origini archeologiche di Castellammare di Stabia. Ancora più interessante per commercianti e albergatori che vedono ampliata l’offerta turistica della città delle acque. Ma, nel contempo, c’è chi solleva preoccupazioni per l’intero patrimonio archeologico stabiese. Da un lato 8mila reperti “sotto chiave” da 22 anni nell’Antiquarium Stabiano, che nessuno può visitare. Dall’altro l’abbandono della meravigliosa Villa San Marco, alla quale non vengono dedicate le dovute attenzioni (leggasi finanziamenti) per la tutela dei suoi affreschi. A sollevare l’attenzione sull’area archeologica stabiana è Pierluigi Fiorenza, direttore artistico del Teatro Karol e da sempre impegnato sul fronte delle origini storiche cittadini. «La bellezza di Villa San Marco mostra in pieno la sua età, appare invecchiata e con un aspetto cadente - spiega Fiorenza - I suoi magnifici affreschi sono diventati sbiaditi e a tratti irriconoscibili. Pressoché scomparsi i quattro centauri dell’atrio insieme al dipinto con l’oracolo di Delfi; letteralmente impolverati gli affreschi con paesaggi marittimi e il Lararium dove la base per il forziere sembrava solo un rudere e non più il simbolo dell’opulenza familiare.Stesso discorso per gli affreschi del peristilio dove i dipinti raffiguranti flora e fauna rischiano di diventare un vago ricordo. Fortunatamente si salvano dal degrado il Perseo alato, l’Ifigenia in Tauride col palladio, la citarista col fondo schiena in evidenza, l’offerente e l’amorino». «La causa di questa situazione è da ricercare nella cronica mancanza di fondi - aggiunge Fiorenza - Infatti, da un po’ di tempo, non viene più eseguita la pulitura delle pareti, nonostante la lodevole cura del personale». Lancia così l’appello dal suo profilo Facebook, rivolto alla Soprintendenza e agli amministratori cittadini che non hanno finora mai fatto sentire la propria voce con il minitero della Cultura. «La Soprintendenza archeologica di Pompei deve intervenire subito e riportare Villa San Marco alla sua antica bellezza, prima che sia troppo tardi - chiede Pierluigi Fiorenza - Il rilancio turistico di Castellammare può avvenire solo attraverso la valorizzazione del suo patrimonio artistico e dei beni paesaggistici. Invito l’amminastrazione comunale di Castellammare a farsi carico del problema».
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