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05 Aprile 2019 - 18:13
CASTELLAMMARE DI STABIA. Il trasferimento di enormi casse di reperti prelevati dall’Antiquarium stabiano non è sfuggito agli stabiesi. Ieri mattina, una società lombarda ha prelevato dalle sale del “deposito vietato ai visitatori”, situato sotto le aule della scuola Media Stabiae, 9 affreschi delle ville stabiane e 9 reperti della stessa provenienza, di cui 8 tra pentole e padelle in bronzo e un’olla in terracotta.
Gli addetti hanno “impacchettato” il tutto, hanno infilato i reperti nelle casse di colore blu e le hanno caricate in un furgone per essere portate via.
Chi osservava la scena si è chiesto se sia rispettoso tenere all'oscuro i cittadini che non sono stami mai messi al corrente del trasferimento dei reperti verso la Russia. La Soprintendenza archeologica di Pompei intende rassicurare tutti: «I reperti di Stabiae saranno esposti all’Ermitage di San Pietroburgo e la Soprintendenza ne tutela il trasporto e la salvaguarida». Proprio oggi, infatti, veniva inaugurata la mostra dal titolo: “Pompei. Uomini, Dei ed Eroi”.
E Stabiae? È il destino baro e assassino di Castellammare di Stabia: essere sfruttata e non valorizzata. La mostra al Museo Nazionale Ermitage fu annunciata con grande strombazzamento dei media il 18 novembre scorso: “Grande omaggio italiano all’insegna di Pompei al VII Forum Internazionale della Cultura in corso a San Pietroburgo, con l’inaugurazione che ha avuto luogo oggi, al Museo Statale Ermitage - alla presenza del Ministro italiano per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli, del viceministro russo alla Cultura Alla Manilova, del direttore del Museo Statale Ermitage Mikhail Piotrovsky, di Paolo Giulierini direttore del Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di Massimo Osanna (all’epoca, ndr) direttore del Parco Archeologico di Pompei”. Di Stabiae nemmeno un accenno.
Il Comune di Castellammare di Stabia, probabilmente, ignora le decisioni della Soprintendenza. Così come i cittadini stabiesi che solo accidentalmente hanno scoperto, ieri mattina, di essere stati “defraudati” della parte più preziosa del patrimonio archeologico di Stabiae grazie alla quale fanno passerella ministri e direttori di musei, portando soldi in cassa a tutti, ma nemmeno un piccolo vantaggio d'immagine alla città che resta ad attendere la sede per l’Antiquarium stabiano nella Reggia di Quisisana..
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