Tutte le novità
28 Dicembre 2018 - 16:02
Ha rappresentato la coscienza critica d'Israele negli ultimi decenni
Addio allo scrittore Amos Oz, uno degli intellettuali più influenti e stimati di Israele, autore di acclamati e pluripremiati romanzi, saggi e libri per bambini. E' morto oggi all'età di 79 anni a causa di un cancro. In una breve nota, la figlia dello scrittore, Fania Oz-Salzberger, ha scritto: "Il mio amato padre è morto a causa di un cancro dopo un rapido peggioramento, serenamente nel sonno, circondato dai suoi cari". Autorevole sostenitore della "soluzione dei due Stati" per porre fine al conflitto israelo-palestinese, Oz, con gli scrittori David Grossman e Abraham Yehoshua, ha rappresentato la coscienza critica dello Stato d'Israele negli ultimi decenni.
Nella vita di Amos Oz (pseudonimo di Amos Klausner) è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando aveva appena dodici anni. L'elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del 15enne Amos di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario "Klausner" in "Oz", che in ebraico significa "forza". Si laureò in lettere e filosofia all'Università Ebraica di Gerusalemme e poi si specializzò all'Università di Oxford. Soldato dell'esercito israeliano durante gli scontri al confine tra Israele e la Siria, durante la Guerra dei sei giorni (1967) e durante la Guerra del Kippur (1973), combattendo sulle alture del Golan, Oz ha partecipato attivamente al dibattito politico per una risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, cui ha dedicato i saggi "In terra di Israele" (1983) e "Contro il fanatismo" (2004), oltre che numerosi interventi sulla stampa internazionale. Nei suoi numerosi romanzi - il cui punto di vista privilegiato è quello delle relazioni di coppia o generazionali - riflette i conflitti aperti nella società israeliana e la difficile convivenza delle due culture, europea e araba, in una visione ironica, priva di ottimismo: "Michael mio" (1968), "Un giusto riposo" (1982), "La scatola nera" (1987), "Conoscere una donna" (1989), "Lo stesso mare" (1999), "Vita e morte in rima" (2007).
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo