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L'evento
05 Settembre 2024 - 10:15
Foto del solo quadro dalla collezione privata dell’artista
“Peccato numero 8” è il titolo del quadro di esordio del maestro Alessandro Fantera che, sotto richiesta di Vittoria Cappelli, storica organizzatrice di eventi legati al mondo della danza, della moda e della televisione, verrà esposto per il “Memorare ’24. Danza e canto per la pace” che si terrà il giorno 16 settembre nella suggestiva cornice della Basilica di San Petronio a Bologna. L’opera sarà visionabile in Basilica dal 13 al 20 settembre.
L’evento, arrivato alla sua seconda edizione, è stato promosso dalla Chiesa di Bologna, dal Comune di Bologna e dal Teatro Comunale di Bologna, con un progetto artistico realizzato grazie all’intuizione di Vittoria Cappelli e don Stefano Culiersi dell’Ufficio Liturgico Diocesano. Il quadro, di complessa tecnica pittorica, raffigura sette mele (metaforicamente rappresentanti i sette vizi capitali) di cui alcune coperte da un velo azzurro che nella simbologia cristiana rappresenta la verità (dietro il velo alcune mele sono morsicate o tagliate).
Nel quadro non c’è volontariamente alcun riferimento umano ma solo uno specchio posto di fianco alla cornice, da cui il titolo, perché l’ottavo peccato è il peccatore stesso. Non c’è colpa specifica in Eva del peccato perché la colpa è condivisa con Adamo. Il peccato, così, non viene identificato con la donna ma con la mela e lo specchio ne rivela l’assaggiatore. Una composizione che sposa bene il senso della peculiare occasione in cui – come affermato da Don Culiersi, riferendosi all’intuizione della dottoressa Cappelli, – “ripensare attraverso il linguaggio della danza le cose importanti che non vanno dimenticate”. Nell’idea di ripensare e ricordare (“memorare”, appunto) il senso reale del concetto di pace, anche come riconciliazione con sé stessi prima che con il mondo, l’opera del maestro sottopone l’individuo a un intimo e profondo esame interiore, svelando una verità che determina un primo doloroso passo verso il percorso di accettazione delle proprie colpe.
Oltretutto, la volontà di sottrarre a Eva, e dunque alla donna, la colpa del peccato ricalibra l’idea stessa di riconciliazione, che dovrebbe così tendere all’edificazione di un’umanità meno discriminatoria e più solidale ed equa. Come sottolinea, infatti, l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi: “La pace non è soltanto qualcosa di tecnico. La pace […] vuol dire ascolto, vuol dire interiorità, vuol dire imparare a vivere insieme”. “Peccato numero 8” segna soltanto il principio della carriera di Fantera, giovane artista eclettico e incredibilmente talentuoso, con alle spalle anche una laurea in pianoforte al Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze. Presto, infatti, la basilica ospiterà un’altra sua opera che saprà parlare ai suoi osservatori con il silenzio impattante dell’immagine, come soltanto la grande arte pittorica sa fare.
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