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Carcere e salute mentale, Melillo incontra Ostellari

Nella sede del ministero della Giustizia

Carcere e salute mentale, Melillo incontra Ostellari

Oggi il Prof. Leone Melillo ha incontrato, presso il Ministero della Giustizia, il Sottosegretario, Sen. Avv. Andrea Ostellari. L'attenzione si è soffermata sui soggetti affetti da disturbo mentale, a prescindere dall'imputabilità, sulla loro compatibilità con il regime carcerario e, quindi, sulla posizione di "controllo e garanzia" che investe gli psichiatri.

«Il passaggio dei folli rei dal manicomio al carcere - Il soggetto affetto da disturbo mentale, a prescindere dall'imputabilità (totale o parziale capacità o totale incapacità di intendere e di volere al momento del fatto reato) è incompatibile con il regime carcerario, secondo il dettato giuridico, in quanto negli istituti penitenziari - ha dichiarato Melillo - al momento, non è possibile offrire le stesse cure (che non prevedono solo la terapia farmacologica, ma anche percorsi trattamentali riabilitativi), assicurati al di fuori del carcere ai liberi cittadini, dalle Unità Operative di Salute Mentale: servizi psichiatrici territoriali (C.S.M.); Strutture Residenziali Intermedie (S.I.R.); Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.), dove operano delle equipe multi-professionali, nell'ottica della multi-disciplinarità imprescindibile per la presa in carico. Inoltre, un soggetto affetto da disturbo mentale non è scontato che, prima o poi venga periziato, sopratutto se non ha la possibilità di potersi permettere un avvocato di fiducia, che molto spesso propone all'A.G. la perizia psichiatrica, oltre al fatto che possono trascorrere anni prima che un folle reo venga sottoposto ad essa, con la pretesa di accertare la capacità di intendere e di volere al momento di un fatto reato dopo che sono passati due anni, per esempio. Nel frattempo il soggetto, sottoposto a terapia farmacologica, verosimilmente si è compensato». 

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