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Antonio Raucci tra creatività e coraggio

L'artista ha esposto le sue opere a Villa Bersani

Antonio Raucci tra creatività e coraggio

Nello splendido scenario di Villa Bersani a Capri, la mostra personale di Antonio Raucci ha riscosso un ottimo successo di critica e di pubblico. Antonio Raucci nasce a Caivano nel 1959. Frequenta alcuni corsi in Accademia a Napoli nel biennio 1988-89. Le sue prime prove in chiesa, su restauri di affreschi commissionati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. Temi e momenti del Vangelo costituiscono il suo apprendistato unitamente a studi di natura morta e di nudo. Presto il passaggio ad un’espressività informe e povera che ottiene buoni consensi.

Decisivi gli incontri con grandi personalità come Stelio Maria Martini uno dei principali esponenti della poesia visiva, e negli ultimi anni il maestro Mario Persico, tra i firmatari del manifesto dell’arte nucleare di Enrico Bay. Emerge progressivamente una nuova sensibilità, influenzata dal surrealismo e dalle avanguardie. Torna la figura ma in modi singolari, secondo strategie fluide e inattese che vedono i viventi interagire con innesti fisici e supporti organici. In omaggio all’astrazione postpittorica statunitense, scompare la prospettiva. Fanno capolino invece segni e forze irrazionali che invadono la scena e danno mistero e sostanza all’oggetto. Tra le mostre di spicco, si ricordano: “Simulacri” (2014), a cura di Martini e Dario Giugliano, “La silenziosa risposta” (2017), “Spazio per acrobati” (2023).

Insieme agli altri protagonisti del Gruppo ’58 fonda Documento Sud, pubblicazione che si occuperà di arte e avanguardie, lo nomina suo assistente.
Le opere in esposizione sono collage e legni spiaggiati. La tecnica del collage, frutto di anni di esperienza, produce degli effetti, tramite l’inserimento di materiali disparati, sensazioni e riflessioni che nei lavori di Raucci non mancano. Nell’intervista a Giuseppe Cerrone, Raucci afferma: “…. con il mio lavoro, l’oggetto scartato acquista una nuova funzione in una cornice diversa”.

La creatività richiede coraggio e l’artista ha avuto tanto coraggio nell’affrontare questo tipo di tecnica il collage iniziato nel 900 ed usato dal cubismo e surrealismo, correnti artistiche inclini alle sperimentazioni. Nelle sue opere fare arte significa permettere al fruitore di godere di emozioni, scaturite dalla visione delle stesse ed anche l’osservatore meno esperto piò accorgersi che dietro ogni opera non vi è una tecnica improvvisata, ma frutto di anni d’esperienza. L’intrigo fascinoso dei lavori riside proprio nel binomio che collega passato e con lo sguardo al futuro. Nella sua concezione artistica si fondono materia e spirito.

Le sculture sono create con legni che l’artista raccoglie lungo passeggiate solitarie sulla sabbia d’inverno. Sono legni senza vita che assemblati e colorati rivivono in queste forme artistiche una nuova vita.

Il filosofo Aristotele diceva: “Lo scopo dell’arte è quello di rappresentare non l’aspetto esteriore delle cose, ma il loro significato interiore!’’

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