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Quando l’amore è più forte del tifo

Franco e Lucia, lui napoletano e lei interista: «Due tv in casa, ma un cuore solo»

Quando l’amore è più forte del tifo

Alla vigilia di Napoli-Genoa, mentre in città cresce l’attesa per una sfida cruciale nella corsa allo scudetto, c’è una casa nel cuore del centro storico dove i colori del calcio si intrecciano con quelli dell’amore. È quella di Franco e Lucia, lui tifosissimo del Napoli, lei interista convinta. Una coppia che ha trasformato le rivalità calcistiche in un esercizio quotidiano di convivenza. Si sono conosciuti in un pomeriggio d’estate in un Comune della provincia partenopea. Oggi vivono insieme a Napoli, in un appartamento soleggiato dove il blu del cielo si riflette sulle pareti tinte d’azzurro e sulle sciarpe nerazzurre appese in bella vista.

“Lo scudetto lo vince il Napoli, abbiamo tre punti di vantaggio sui nerazzurri e un calendario favorevole. La strada è in discesa”, dice Franco, che si è laureato a Napoli, ci lavora, e ogni domenica esce con gli amici rigorosamente in cappellino azzurro. “Macché discesa”, ribatte Lucia, milanese d’origine e napoletana d’adozione. “L’Inter non molla. Siamo in corsa per la Champions, ma vogliamo il campionato!”. Due anni vissuti a Milano come avvocato d’azienda le hanno lasciato nel cuore i ritmi frenetici e il fascino del Duomo. Oggi, anche se vive a Napoli, la sua Inter la segue ovunque: “Contro il Barcellona siamo stati meravigliosi. Lo saremo anche contro il Torino”. Insieme fanno tutto: passeggiate sul lungomare, cene a base di vini campani, serate nei vicoli dei Quartieri. Tutto, tranne guardare le partite.

“Abbiamo due tv – racconta Franco – Io guardo il Napoli nello studio con gli amici, Lucia si chiude in camera con la sua maglia nerazzurra. Quando segna il Napoli urliamo tutti insieme. Lei urla da sola, ma urla forte”. “Sì – sorride Lucia – da sola, ma con orgoglio. Non ho amici interisti qui, ma va bene così. Basta vincere”. E se dovesse arrivare un figlio? “Diego, ovvio”, risponde lui. “Evaristo, come Beccalossi”, rilancia lei. A tavola le differenze si amplificano. Alla domanda “cosa cucinereste per lo spareggio scudetto tra Inter e Napoli?” la risposta di Franco è netta: “Pesce, pomodorini del Vesuvio, una margherita e Lacryma Christi”. Per Lucia, invece, “risotto allo zafferano, polenta, trippa e un San Colombano doc”. E se vincesse il Napoli? “Fumogeni azzurri, macchina scoperta, canzoni a tutto volume: balleremo tutta la notte”.

Lucia sorride, ma rilancia: “Io invece vado da mio padre, anche lui interista. E il giorno dopo, in studio, entrerò con cappellino e maglia del Triplete”. Nel frattempo, però, Lucia ha già il biglietto per la finale di Champions League del 31 maggio, che si disputerà all’Allianz Arena di Monaco di Baviera tra Inter e Paris Saint-Germain. “Un collega interista me lo ha regalato. Andremo insieme. Franco è avvisato”. In attesa del verdetto del campionato, loro hanno già vinto: perché se è vero che il calcio divide, l’amore – quello vero – non si fa ammonire neanche al VAR.

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