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L'EVENTO
10 Maggio 2025 - 18:41
Una festa dell'Architettura a Villa Pignatelli con oltre 500 presenze: in occasione dei trent’anni di attività dello studio fondato degli architetti Vincenzo Corvino (Napoli 1965) e Giovanni Multari (Cosenza 1963) è stata presentata la monografia, “Corvino + Multari - L'architettura dialoga con la città” (Marsilio Arte), volume fresco di stampa e distribuito in contemporanea anche a Venezia all'inaugurazione della Biennale di Architettura.
Curato dal professore Pierre Alain Croset, in doppia edizione, italiana ed inglese, il volume illustra in oltre 300 pagine nella forma di un racconto dialogico, edifici iconici e tanti progetti premiati, ma all'interno di una narrazione che pone sempre al centro il mestiere dell'architetto.
Ultimo progetto che vedrà impegnati Corvino e Multari a Napoli è la Copertura dei binari di Porta Nolana dalla Stazione Eav, fino a piazza Garibaldi.
Già autori del Restauro del Grattacielo Pirelli a Milano (2006), tra gli incarichi prestigiosi in corso dello studio napoletano, ci sono il restauro del Museo di Capodimonte a Napoli (2020-2025), la nuova Ambasciata d’Italia a Nairobi (2022-2028), interventi complessi di rigenerazione urbana sono in corso a Napoli, Mantova, Livorno, Cagliari, Messina, Brescia e Zurigo.
Ad introdurre la presentazione, nella affollata veranda Neoclassica, Paola Ricciardi, dirigente delegato del Palazzo Reale di Napoli. Ha condotto Chiara del Gaudio, con la partecipazione dei professori Pasquale Belfiore, Alessandro Castagnaro, Pierre Alain Croset e Ferruccio Izzo.
In platea, l'Assessore Bruno Discepolo all'Urbanistica della Regione Campania, Chiara Marciano Assessore alle Politiche Giovanili e del lavoro del Comune di Napoli, il presidente dell'Eav Umberto De Gregorio, la Presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, i magistrati Francesco Cananzi e Sandra Lotti, Giorgio Ventre Direttore Scientifico della Apple Developer Academy Federico II, Franco Salvatore fondatore Ceinge, Raffaele Cercola, Antonio Bassolino, Sylvain Bellenger, Renata Picone, Barbara Iodice, Laura Trisorio, Sergio Fermariello, Mario Ferrara, Luciano Romano, Maddalena Cantisani, Dirigente Urbanistica Comune Salerno, la regista Francesca Molteni di Muse factory.
Vincenzo Corvino e Giovanni Multari fondano lo studio di architettura Corvino + Multari nel 1995, in seguito alla pluriennale esperienza come assistenti alla cattedra del professore Alberto Izzo e cultori della materia presso il Dipartimento di Progettazione urbana della Facoltà di Architettura della Università degli Studi di Napoli Federico II.
Vincenzo Corvino, specialista in Progettazione urbana, invitato in qualità di critico all’Accademia di architettura di Mendrisio, è Accademico d’onore dell’Accademia delle arti e del disegno di Firenze. Dal 2023 è presidente della Fondazione dell’Ordine degli architetti di Napoli.
Giovanni Multari, dottore di ricerca in Progettazione urbana, insegna Progettazione architettonica ed urbana presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II. È membro dal 2018 del Laboratorio Nervi, Politecnico di Milano, Polo Territoriale di Lecco.
In seguito a concorsi internazionali, realizzano edifici per abitazioni, uffici pubblici e privati e si occupano della riqualificazione di spazi pubblici all’aperto. Diverse sono le opere e i progetti che testimoniano un dialogo attivo tra arte contemporanea e architettura che si concretizza nelle esperienze condivise, tra gli altri, con Mimmo Paladino, Nino Longobardi, Sergio Fermariello, Lello Esposito, Pierre-Yves Le Duc.
Progetti e realizzazioni dell’atelier trovano spazio all’interno di mostre personali e collettive a Milano, Roma, Napoli, Bolzano, Lucca, Narni, Parma, Graz, Cracovia, Praga, Varsavia, L’Avana, Parigi, Berlino, Londra, Barcellona, Zurigo e New York.
Nel 2000, con la riqualificazione di piazza dei Bruzi, e nel 2003, con la sede degli uffici dell’azienda ospedaliera di Cosenza, lo studio è targa d’argento al Premio Europeo Luigi Cosenza; vince poi la III edizione del Premio Centocitta (2004), bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, con il recupero del quartiere militare borbonico a Casagiove. Nel 2005 con il progetto di restauro del grattacielo Pirelli di Milano, Corvino e Multari sono vincitori del Premio speciale per il restauro al concorso Medaglia d’oro all’Architettura italiana, indetto dalla Triennale di Milano. Nel 2010, diretti da Gianpaolo De Siena, realizzano il documentario Corvino + Multari: Vesuvius,
Nel 2017 con il progetto per il complesso parrocchiale Madonna delle Grazie, diocesi di Lodi a Dresano, lo studio si aggiudica il Premio Ceramica e progetto. Lo studio partecipa alla Biennale Architettura di Venezia per tre volte con progetti che divengono iconici: per la X edizione (2006), presentano il progetto per la nuova stazione di Castellammare di Stabia; sei anni dopo, in occasione della XIII edizione, partecipano con il progetto La Cartiera – Centro integrato per l’artigianato e il commercio di Pompei, che nel 2013 si aggiudica il secondo premio Grand Prix Casalgrande Padana e nel 2016, Menzione d’onore nell’ambito dei The Plan Awards, categoria Retail. Nell'ultima partecipazione alla Biennale Architettura, XVII edizione (2021), Corvino e Multari espongono all’interno del Padiglione Italia con il progetto di rigenerazione urbana Mantova Hub. Nel 2023, lo studio vince il Premio nazionale In/Arch con il progetto di restauro e ampliamento dell’ex ospedale militare a Catanzaro, che diviene la nuova sede della Procura della Repubblica.
I sei capitoli della preziosa monografia, evidenziano il “perché” e il “come” di un approccio progettuale insieme pragmatico e sperimentale, sempre rigoroso e mosso da una forte tensione etica, che concepisce l’architettura come un dialogo con la città, con il paesaggio e con ogni preesistenza. Sia negli interventi di restauro, riuso e completamento dell’esistente, come negli edifici nuovi (scuole, residenze, chiese, impianti sportivi, centri commerciali e uffici) l'architettura dello studio napoletano con sede ai Ponti Rossi (dove sorgeva una antica fabbrica di Porcellane) trae costantemente origine da un’interpretazione critica del contesto.
Disegnare, costruire, radicarsi: l’architettura come gesto consapevole: è questa la visione che spiega Vincenzo Corvino: "Siamo convinti che l’architettura debba sempre nascere da un dialogo incessante tra teoria e prassi. Progettare significa riflettere criticamente e, insieme, costruire con le mani e con la mente. Non riconosciamo una teoria che non trovi riscontro nella costruzione, né una pratica che non si nutra di pensiero. Per noi ogni progetto è ricerca concreta, ogni costruzione è una teoria incarnata. Crediamo che il disegno rappresenti ancora oggi, nell’era delle simulazioni digitali, il primo e più autentico strumento di pensiero architettonico. Disegnare significa per noi vedere, toccare l’idea, comprenderne le tensioni e le fragilità. In ogni linea tracciata sulla carta c’è un atto di controllo e di libertà, un confronto diretto con la materia viva del progetto Costruire implica, per noi, molto più che edificare. Significa assumersi una responsabilità civile, un impegno verso la comunità e verso la città. Siamo consapevoli che ogni nostro intervento modifica il paesaggio materiale e culturale in cui viviamo, e per questo consideriamo il nostro mestiere come un servizio, prima ancora che come una ricerca personale. Radicare l’architettura nel contesto è per noi un principio imprescindibile. Consideriamo il confronto con la complessità della realtà come parte integrante del nostro metodo. Non temiamo i vincoli normativi, le esigenze tecniche, i dialoghi con le soprintendenze o con le comunità. Al contrario, riteniamo che il progetto migliori proprio quando riesce a trasformare le difficoltà in opportunità, quando riesce a farsi interprete e mediatore tra esigenze diverse, tessendo architetture capaci di generare nuovi equilibri urbani e sociali"
Ascoltare, condividere, trasformare: l’architettura come pratica civile è il messaggio che sottolinea Giovanni Multari. "Crediamo che ogni progetto debba nascere dall'ascolto. Ascoltare il luogo, la sua storia, la voce delle persone che lo attraversano o lo abitano. Rifiutiamo ogni tentativo di trasmettere un modello chiuso o uno stile da emulare. Crediamo che educare significhi soprattutto stimolare la curiosità, l'autonomia critica, la capacità di leggere la complessità e di rispondere alle sfide che essa propone. Formare senza imporre è per noi un atto di fiducia e di rispetto verso chi verrà dopo di noi. Siamo convinti che il primo banco di prova della responsabilità progettuale sia lo spazio pubblico dove intervenire richiede una misura di attenzione e di senso civico: è qui che si impara il mestiere dell'architetto. Crediamo profondamente nel lavoro condiviso. Per noi progettare significa pensare insieme, intrecciare saperi e sensibilità diverse. Abbiamo scelto fin dall’inizio di lavorare in due, e continuiamo a credere che la forza di un progetto risieda nella capacità di mettere in comune energie e visioni. Crediamo che innovare significhi saper camminare sulla linea della continuità. Il nostro lavoro cerca nuove forme e nuove soluzioni, ma sempre in dialogo profondo con la memoria. Pensiamo che il futuro dell’architettura si costruisca non negando il passato, ma trasformandolo, con rispetto e intelligenza, in materia viva per il domani".
Pierre-Alain Croset è architetto, critico è professore al Politecnico di Milano. Ha insegnato in Svizzera, Stati Uniti, Austria e Cina. Dal 1982 al 1996 è stato assistente di Vittorio Gregotti alla direzione della rivista internazionale di architettura «Casabella» e ha pubblicato numerosi scritti sull’architettura moderna e contemporanea. Ha curato monografie e mostre sull’opera di Cesare Cattaneo, Gino Valle, Luigi Snozzi, Álvaro Siza e Juan Navarro Baldeweg.
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