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L'iniziativa
13 Novembre 2025 - 10:15
Quattro tappe, quattro culture, quattro modi diversi di raccontare la convivialità. È una sorta di giro del mondo sulle note del folklore quello che propone Amiro: un nuovo ciclo di cene spettacolo che il ristorante di via Medina a Napoli dedica ai venerdì di novembre e inizio dicembre, trasformando ogni appuntamento in un viaggio tra cucina, musica e tradizioni popolari.
Il percorso prende il via venerdì 14 novembre con la serata “Danza del Ventre”, un omaggio al fascino dell’Oriente e ai suoi profumi speziati. Le danzatrici orientali incanteranno la sala con movimenti sinuosi e magnetici, mentre il menu ideato dallo chef Gian Luca Cicco condurrà gli ospiti in un’esperienza gastronomica che unisce aromi mediterranei e suggestioni arabe.
«Volevamo inaugurare questo ciclo partendo da un simbolo di femminilità e di contaminazione culturale» spiega Alessia Bisaccio, owner di Amiro Restaurant. «La danza del ventre, con la sua forza espressiva, racconta perfettamente lo spirito di Amiro: accoglienza, eleganza e libertà di interpretare la tradizione con occhi nuovi».
Il menu della serata “Danza del Ventre” prevede quenelle di cous cous con verdure di stagione, falafel di ceci, kabsa al pollo e kunafa, in un percorso tra spezie, texture e contrasti. «Abbiamo scelto ingredienti partenopei per preparazioni arabe e mediorientali, una sorta di meltin' pot che trova la sua espressione a tavola» spiega lo chef Gian Luca Cicco. «Sono piatti che parlano di incontro, ma anche di memoria: il cous cous, ad esempio, è un simbolo del Mediterraneo che qui diventa parte del nostro lessico gastronomico».
Il 21 novembre Amiro proporrà le “Danze Popolari”, tra ritmo e sapori del Sud Italia, mentre il 28 novembre sarà la volta di “Tánghera”, una serata dedicata al tango e alla cultura argentina. Il ciclo si chiuderà il 5 dicembre con “Flamenca”, un omaggio all’anima andalusa e alle sue sonorità appassionate.
«Questo format nasce dall’idea di far dialogare le culture attraverso il linguaggio che più ci appartiene, quello dell’ospitalità» aggiunge Alessia Bisaccio. «Napoli è una città che accoglie e si lascia contaminare: portare qui atmosfere, suoni e sapori del mondo è un modo per ricordare che la nostra identità non si difende chiudendosi, ma aprendosi con curiosità e rispetto».
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