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La sentenza

Corte Ue: legittimi gli espropri balneari a fine concessione

Il sindacato frena: evitare letture frettolose

Corte Ue: legittimi gli espropri balneari a fine concessione

Una decisione importante che impatta su tutto il settore

ROMA. Nessuna violazione della libertà di stabilimento, secondo la Corte di Giustizia Europea, nella norma italiana che prevede il passaggio gratuito allo Stato delle opere non amovibili realizzate sui beni demaniali marittimi al termine di una concessione.

Lo ha stabilito la Corte con una sentenza relativa al caso della Società Italiana Imprese Balneari, che gestisce uno stabilimento balneare a Rosignano Marittimo (Livorno). La società aveva costruito nel tempo diverse opere non amovibili sul demanio marittimo.

Una decisione importante che impatta su tutto il settore: la preoccupazione degli operatori è ora quella di valutare la convenienza di investire in opere che, alla fine della concessione, diventeranno proprietà dello Stato senza indennizzo.

La Corte chiarisce che l'acquisizione gratuita da parte dello Stato rientra nell'essenza stessa dell'inalienabilità del demanio pubblico.

LA REAZIONE DEI BALNEARI. Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio, spiega che la Corte di Giustizia ha ritenuto conforme «la devoluzione delle opere in funzione della tutela della proprietà pubblica e delle finanze dello Stato. Diverso è il caso di confisca in favore di un altro privato eventuale subentrante». A tal proposito Capacchione ricorda «che con il trasferimento della concessione si trasferisce anche l’azienda che ivi insiste creata dall’attuale concessionario. La mancata previsione di un indennizzo a carico del concessionario subentrante assicurerebbe a costui un arricchimento indebito in contrasto, non solo con i nostri principi costituzionale, ma anche con quelli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sulla tutela della proprietà. Fuorviante, pertanto - aggiunge Capacchione - la lettura che viene data di questa sentenza per ammettere una confisca senza indennizzo estranea sia al nostro Ordinamento che a quello europeo. Ancora più urgente, quindi, un intervento legislativo chiarificatore».

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