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04 Ottobre 2024 - 17:38
MIRABELLA ECLANO. Un action plan per contrastare il traffico di esseri umani sulle rotte migratorie e il rafforzamento della strategia comune per prevenire atti terroristici alimentati dai processi di radicalizzazione in corso. Sono queste le principali decisioni assunte dai ministri dell'Interno dei Paesi del G7, riuniti ieri e oggi nel cuore dell'Irpinia, a Mirabella Eclano, location voluta dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha rivendicato in conferenza stampa la bontà della scelta e il successo dell'iniziativa. La sessione conclusiva, tenuta questa mattina con la partecipazione dei ministri di Libia, Tunisia e Algeria e i rappresentanti di Unhcr e Oim, è stata interamente dedicata ai temi migratori, in particolare al contrasto ai trafficanti di esseri umani.
La ministeriale si è conclusa con la sottoscrizione di un piano d'azione per prevenire e contrastare il traffico di migranti, suddiviso in cinque pilastri: rafforzamento delle capacità operative e investigative delle forze dell'ordine; rafforzamento della cooperazione internazionale, giudiziaria e di polizia; intensificazione della cooperazione con i paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori irregolari; prevenzione e sensibilizzazione; conoscenza e monitoraggio del fenomeno.
"Lo smantellamento dei cartelli dei trafficanti rappresenta la priorità su cui dobbiamo agire", ha spiegato Piantedosi in conferenza stampa, rivendicando sul tema migranti "l'approvazione della linea di pensiero partita dall'Italia e proposta prima all'Europa e ora qui, in un contesto che va oltre i confini del nostro continente", con riferimento alla gestione dei flussi migratori di Stati Uniti e Canada. Anche il modello dei centri per migranti in Albania, ha sottolineato il ministro, "è destinato a non restare un caso isolato: già 15 paesi europei hanno sottoscritto una richiesta formale alla Commissione Europea di guardare con attenzione a questo modello con possibilità di estenderlo ad altre iniziative sotto l'egida dell'Unione Europea".
Altro tema affrontato al meeting è il rischio terrorismo derivante dalle crisi internazionali in corso, con particolare riferimento a Medioriente e Ucraina: "In un momento delicato come quello che stiamo vivendo siamo determinati ad adottare qualsiasi misura lecita a livello nazionale e internazionale per affrontare l'escalation dell'attuale crisi mediorientale e, quindi, anche il possibile impatto su nostre comunità", ha detto Piantedosi, che ha rassicurato su possibili allarmi derivanti dall'acuirsi del conflitto israelo-palestinese. "Ci impone un rafforzamento dell'attenzione - ha ammesso - ma non ci sono rilievi di intelligence o di forze di polizia che ci facciano segnare che ci sia qualcosa di particolare che possa destare il nostro allarme".
Proprio in relazione al conflitto mediorientale, il ministri Piantedosi ha affrontato in conferenza stampa la questione delle manifestazioni pro Palestina in programma nel fine settimana, a ridosso dell'anniversario del 7 ottobre, e vietate dalla Questura di Roma: "Chiaramente qualunque manifestazione svolta in violazione del divieto sarebbe illegale - ha ribadito il titolare del Viminale - ma la situazione sarà gestita dalle forze dell'ordine con il solito equilibrio. Mi fido della loro capacità di confinare in un quadro di legalità senza turbative per la sicurezza pubblica. Sono decisioni che vanno prese sul campo e che si alimentano e beneficiano della saggezza e dell'equilibrio del personale".
In un ulteriore passaggio del documento finale, i ministri dell'Interno del G7 hanno espresso "preoccupazione per l'interferenza straniera nella nostra vita e nei nostri processi democratici" indicando l'obiettivo di "proteggere elezioni eque e libere".
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