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operazione europea
14 Novembre 2024 - 17:45
PALERMO. Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, su richiesta degli Uffici di Milano e Palermo della Procura europea, ha emesso 47 provvedimenti restrittivi - 34 in carcere, nove agli arresti domiciliari e quattro misure interdittive - nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei relativi profitti. In relazione alla gestione di alcune società per le quali sono in corso procedure concorsuali, i provvedimenti restrittivi riguardano anche reati fallimentari. Tra i destinatari delle misure in carcere figurano anche sette indagati per i quali è stato emesso il mandato di arresto europeo, quattro dei quali localizzati in Repubblica Ceca, Olanda, Spagna e Bulgaria. È stato, anche, disposto nei confronti delle persone e delle società indagate il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni, valori e denaro per oltre 520 milioni di euro, individuato quale profitto complessivo della frode, pari all’Iva evasa, ed il sequestro preventivo per riciclaggio di alcuni complessi residenziali ed immobiliari del valore complessivo di oltre 10 milioni di euro siti a Cefalù, nonché di altri compendi immobiliari riconducibili ad alcune delle società, ricadenti nei territori di Chiavari, Bellano, Noli, Cinisello Balsamo e Milano e Cefalù. Il giudice ha riconosciuto a fini cautelari per i vertici del sodalizio criminale la circostanza aggravante di aver agevolato, investendone i profitti nel settore delle frodi all’Iva, consorterie criminali camorristiche e mafiose e di essersi avvalsi del metodo mafioso, soprattutto in chiave di composizione di conflitti nati all’interno del sodalizio multilivello tra esponenti delle diverse organizzazioni criminali.
Tra i personaggi coinvolti ci sono Giovanni Nuvoletta, della omonima cosca camorristica di Marano di Napoli; Rodolphe Ballaera, belga di origini siciliane; Paolo Falavigna; Antonio Lo Manto, esponente del clan mafioso di Brancaccio; Cosimo Marullo e Marco Mezzatesta. La gang malavitosa è accusata dagli inquirenti di aver agevolato «economicamente consorterie di stampo mafioso» tra cui i clan della camorra Di Lauro di Scampia e Nuvoletta di Marano di Napoli attraverso il reinvestimento dei proventi illeciti «nel circuito della frode all’Iva» utilizzando poi i profitti per sostenere l’organizzazione criminale. Antonio Lo Manto e Pietro Conoscenti agivano per conto della mafia siciliana, Salvatore Tamburrino, Vincenzo Perrillo e Espedito Colonna per la camorra: il loro ruolo era quello di garantire che gli affari fossero gestiti in modo coretto e appianare eventuali divergenze. © riproduzione riservata
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