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la svolta

Toscana prima regione con una legge sull'eutanasia

Prestazioni e trattamenti gratuiti. Esulta l’associazione Coscioni. Vescovi e centrodestra: «Una sconfitta»

Toscana prima regione con una legge sull'eutanasia

FIRENZE. Fine vita: in Toscana è legge. Il Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza (27 favorevoli 13 contrari e zero astenuti un voto non espresso) la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita denominata "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale". È la legge sul fine vita “Liberi tutti”, promossa dall'associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10mila firme. «Una sconfitta per tutti», per il presidente della Conferenza episcopale Toscana, il cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena.

Una «legge di civiltà», per Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell'Associazione Luca Coscioni, promotrice della legge. Un «passo in avanti per la libertà di scelta su come vivere e morire» per Emma Bonino, leader di +Europa, che parla di «spartiacque importante che occorre replicare anche in altre Regioni, di modo che la politica e il Parlamento assumano una posizione, ponendo fine ad accanimenti che non hanno alcun rispetto della dignità umana». La legge regionale detta la linea su regole, tempi e costi per chi fa richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito, «nell’esercizio delle proprie competenze in materia di tutela della salute si legge del testo e in attuazione di una sentenza immediatamente esecutiva», ossia la 242 del 2019, la sentenza Dj Fabo/Cappato della Corte Costituzionale che fissa i requisiti necessari per il fine vita. Chi intende accedere al suicidio assistito dovrà presentare una istanza corredata di tutta la documentazione sanitaria ed, eventualmente, l'indicazione del medico di fiducia.

La procedura per la verifica dei requisiti dovrà terminare entro 20 giorni dalla data di presentazione della richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito. «I tempi e le procedure rappresentano infatti elementi fondamentali affinché la facoltà riconosciuta dalla Corte costituzionale sia efficacemente fruibile, accedendo a condizioni di malattia, sofferenza ed estrema urgenza», è scritto nel testo. «La legge riconosce in ogni caso la propria cedevolezza rispetto ad una successiva normativa statale che regoli la materia». In questo caso, la legge regionale non sarà più in vigore.

La Commissione multidisciplinare che sarà istituita presso ogni Asl entro 15 giorni dall'entrata in vigore della legge, procederà alla verifica dei requisiti per accertare le condizioni del paziente e, in caso di esito positivo, definirà le modalità di attuazione del suicidio medicalmente assistito, che devono essere «tali da evitare abusi in danno delle persone vulnerabili, da garantire la dignità del paziente e da evitare al medesimo sofferenze» e chiede al Comitato etico un parere che dovrà essere espresso entro i tempi previsti così da rispettare il termine dei venti giorni.

La richiesta dovrà essere trasmessa alla Commissione e al Comitato etico locale della Asl e cui tocca il compito di verificare e rispondere entro 30 giorni. È la Azienda sanitaria a comunicare l'esito delle procedure al paziente e assicura la prestazione per procedere. Le prestazioni e i trattamenti sono gratuiti, non più a carico del cittadino.

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