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l'addio al pontefice
27 Aprile 2025 - 09:48
CITTÀ DEL VATICANO. Gli applausi dei 250mila fedeli presenti in Piazza San Pietro punteggiano più volte l’omelia del cardinale Giovanni Battista Re durante la messa esequiale di Papa Francesco. Ma scrosciano ancora più forti e insistenti quando il decano del Sacro Collegio, in uno dei passaggi più significativi, ricorda davanti ai grandi della Terra l’impegno del Pontefice per la pace: «Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevato la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare soluzioni possibili, perché la guerra – diceva – è solo morte di persone, distruzione di case, ospedali e scuole».
«La guerra lascia sempre – è una sua espressione – il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta», prosegue Re, aggiungendo: «“Costruire ponti e non muri” è un’esortazione che egli ha più volte ripetuto, e il servizio di fede come successore dell’apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell’uomo in tutte le sue dimensioni». Il novantunenne porporato bresciano, che in questi giorni sta confermando la sua tempra di ferro nella gestione della sede vacante, rievoca nell’omelia i molteplici aspetti del pontificato di Francesco: «Il plebiscito di manifestazioni di affetto e partecipazione visto in questi giorni dopo il suo passaggio dalla terra all’eternità ci dice quanto l’intenso pontificato di Papa Francesco abbia toccato menti e cuori».
E sottolinea: «Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, ha scelto di percorrere la via della donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena». Secondo il cardinale Re, quando l’ex arcivescovo di Buenos Aires fu eletto, «la decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui impostare il Pontificato, ispirandosi allo spirito di San Francesco d’Assisi». E ancora: «Diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa», mostrando «una spiccata attenzione per le persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi e gli emarginati». Per Re, Francesco «ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, donandosi per confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato».
Guida del suo pontificato è stato «il primato dell’evangelizzazione», mentre «filo conduttore della sua missione» è stata «la convinzione che la Chiesa sia una casa per tutti, una casa dalle porte sempre aperte»: quella «Chiesa ospedale da campo» «capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite». Re cita anche «i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi», così come «l’insistenza nell’operare a favore dei poveri». Tra i momenti-chiave dei 47 viaggi apostolici, il cardinale ricorda le tappe a Lampedusa, a Lesbo, la messa al confine tra Messico e Stati Uniti, e l’ultimo viaggio in Asia e Oceania, verso «la periferia più periferica del mondo». «Il tema della fraternità ha attraversato tutto il suo pontificato con toni vibranti», ricorda ancora Re, citando l’enciclica Fratelli tutti e il documento sulla «Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune», firmato nel 2019 ad Abu Dhabi con il grande imam di Al-Azhar, «richiamando la comune paternità di Dio».
La conclusione dell’omelia è di quelle che strappano la commozione: «Papa Francesco soleva terminare i suoi discorsi e i suoi incontri personali dicendo: "Non dimenticatevi di pregare per me". Ora, caro Papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero», prosegue Re, «come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, e idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza».
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