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il delitto di chiara poggi
15 Maggio 2025 - 11:58
GARLASCO. Nel canale prosciugato a Tromello ritrovato un martello e alcuni oggetti metallici: le ricerche avviate grazie alla segnalazione di un uomo che, dopo anni di silenzio, ha riferito di aver visto una ragazza lanciare un oggetto metallico la mattina del delitto. L'oggetto riemerso dal canale, apparentemente compatibile con le ferite inflitte a Chiara Poggi, potrebbe riaprire scenari che la giustizia sembrava aver definitivamente archiviato.
L’intervento di bonifica ha interessato un tratto di circa 1,2 chilometri del corso d’acqua, con un'attenzione particolare su un segmento di 300 metri vicino a una casa disabitata della famiglia Cappa. Oltre al martello, sono stati recuperati altri oggetti metallici, tra cui un bracciolo in ferro di una sedia. Tutti i materiali sono ora al vaglio degli inquirenti, che stanno valutando ogni singolo dettaglio con prudenza.
Le indagini riaperte si stanno concentrando su Andrea Sempio, nome già emerso in fasi precedenti del procedimento. Nella giornata di ieri sono scattate perquisizioni nella sua abitazione a Voghera, in quella dei suoi genitori a Garlasco, e in quelle di Mattia Capra e Roberto Freddi, amici del fratello della vittima, Marco Poggi. Nessuno di loro è formalmente indagato. Secondo gli investigatori, Sempio avrebbe avuto contatti telefonici con Capra e Freddi la mattina del delitto, tra le 9:58 e le 12:18. Un dettaglio che, insieme a uno scontrino del parcheggio di Vigevano, contribuisce a ricostruire una cronologia degli spostamenti dell’uomo.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati vecchi diari, appunti manoscritti e diversi dispositivi elettronici, tra cui telefoni cellulari e computer. Gli investigatori sperano di trovare nuovi elementi utili a chiarire eventuali collegamenti. La legale di Sempio, Angela Taccia, ha dichiarato che "Andrea è sereno e ha collaborato pienamente con le autorità”.
Domani, 16 maggio 2025, è fissato l'incidente probatorio chiave: si discuterà della traccia biologica mista rinvenuta sotto le unghie di Chiara. Intanto la famiglia Poggi, tramite l’avvocato Francesco Compagna, ha espresso sconcerto: “Non è accettabile che a distanza di quasi vent’anni si valorizzino ipotesi infondate, ignorando quanto già accertato da un giusto processo”.
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