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13 Luglio 2025 - 09:41
NAPOLI. Negli ultimi dodici anni, il panorama dei Pronto Soccorso in Italia ha subito significative trasformazioni. Tra il 2011 e il 2023, il numero di queste strutture è diminuito di 115 unità, passando da 808 a 693. Contemporaneamente, si è registrato un calo negli accessi, con un tasso per mille abitanti sceso da 363 a 311. Questi dati emergono da uno studio dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica di Roma. Nonostante le cifre apparentemente positive, la Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza (Simeu) esprime cautela.
«L'esperienza ci dice che il sistema ha bisogno di soluzioni urgenti e riforme strutturateaveva affermato Alessandro Riccardi, presidente della Simeu. Sebbene con differenze tra i vari ospedali, permangono criticità come le lunghe attese per i pazienti e un sovraccarico di lavoro per gli operatori. Mappa delle Chiusure e la Stabilità della Campania. L'analisi di Altems, basata su dati della Ragioneria Generale di Stato e dell'Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, rivela che le chiusure dei Pronto Soccorso hanno interessato maggiormente alcune regioni.
In Lombardia, il numero è calato da 84 a 76 in 12 anni, mentre nel Lazio è sceso da 70 a 66. Al contrario, la Campania mostra una notevole stabilità, mantenendo il numero di Pronto Soccorso a 68, evidenziando una minore contrazione rispetto ad altre aree del Paese. Razionalizzazione e Crescita degli Specialisti. Secondo il rapporto Altems, la diminuzione delle strutture non va interpretata come un depauperamento, bensì come una razionalizzazione del sistema. A conferma di ciò, il numero di medici di Emergenza Urgenza è aumentato significativamente, passando da 3.033 nel 2011 a 4.748 nel 2023. Parallelamente, il calo degli accessi complessivi si traduce in un minor carico per specialista: il numero di accessi per mille abitanti per ogni specialista è passato da una media di 18 nel 2011 a 7 nel 2023.
Pressione sul Sistema di Emergenza e Carenza di Filtro Territoriale. Nonostante i dati statistici, la realtà quotidiana dei Pronto Soccorso dipinge uno scenario di continua pressione. Lunghe attese, affollamento e persino episodi di aggressione, Campania in testa, sono all'ordine del giorno. «L'esperienza quotidiana ci dice che c'è bisogno di soluzioni urgenti e strutturate, non solo di dati incoraggianti su carta» ribadisce Alessandro Riccardi della Simeu. La disparità nella distribuzione degli specialisti tra le strutture, con alcuni ospedali ben forniti e altri gravemente carenti, contribuisce al problema, spingendo gli specialisti all'abbandono per la mancanza di condizioni lavorative adeguate. Amerigo Cichetti, ordinario di Organizzazione Aziendale all'Università Cattolica, individua la radice del problema nell'organizzazione pre e post-Pronto Soccorso. «Manca un filtro sul territoriospiega Cichetti, -ovvero arrivano in Pronto Soccorso pazienti che andrebbero curati altrove, e ci sono spesso pochi posti disponibili per i ricoveri in reparto».
A questo si aggiunge la questione delle dotazioni tecnologiche e delle risorse umane di supporto, in particolare la carenza di infermieri, come evidenziato da Federica Morandi, coordinatrice del team di ricerca. Nasce la Figura dell'Assistente Infermiere per Colmare le Lacune. Proprio per rispondere a queste carenze organizzative e di personale, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che introduce la nuova figura professionale dell'assistente infermiere. Questa figura svolgerà le proprie attività «in collaborazione e integrazione con gli altri operatori», rappresentando una «figura ibrida e surrogata», come definita dal sindacato Nursing Up. È evidente che si tratta di una soluzione per fronteggiare l'ormai cronica carenza di infermieri, problema ben noto anche al Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha ribadito la necessità di «pagarli meglio e offrire loro maggiori possibilità di carriera» per renderli più attrattivi e garantire un supporto adeguato al sistema sanitario.
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