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l'opinione
04 Settembre 2025 - 11:31
I diamanti sono per definizione eterni. Eppure, persino il colosso mondiale che ha costruito la propria leggenda su questo mito, De Beers, oggi vacilla sotto il peso di una crisi che sembra intaccare non solo il mercato del lusso, ma la solidità di un intero modello economico. Il settore dei diamanti, tradizionalmente rifugio per gli investitori, sta vivendo un vero shock. La domanda internazionale cala, i prezzi scendono, la concorrenza dei diamanti sintetici cresce inarrestabile. Risultato: nel primo semestre del 2025, De Beers ha registrato una perdita netta di 245 milioni di dollari. Anglo American, azionista di riferimento, è stata costretta a svalutare la partecipazione, riducendo drasticamente il valore contabile.
Non è solo una crisi di numeri. È un terremoto per il Botswana, Paese che dai diamanti trae oltre il 30% del Pil e la maggior parte delle entrate fiscali. Per questo il governo ha deciso di muoversi in prima linea, affidando a Lazard e CBH l’incarico di studiare un’acquisizione diretta di De Beers, con il sostegno dei capitali del Qatar. Una mossa che non ha nulla di ordinario: qui non si parla solo di finanza, ma di sopravvivenza nazionale. Il parallelo con le crisi d’impresa italiane è immediato. Anche nel nostro Paese, le Pmi che vedono ridursi i margini e aumentare l’indebitamento si trovano davanti a un bivio simile: attendere passivamente il crollo oppure affrontare con coraggio una ristrutturazione, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal Codice della crisi.
Il Botswana tenta la prima strada con un’operazione straordinaria di politica industriale; le nostre imprese hanno a disposizione la composizione negoziata, i piani attestati, i concordati preventivi. La vicenda De Beers ci ricorda che nessuna azienda è “eterna”. Nemmeno quella che vende ciò che nel mondo viene considerato eterno per eccellenza. E insegna che la crisi, se affrontata per tempo, può trasformarsi in opportunità di rilancio. Al contrario, se negata o sottovalutata, diventa inarrestabile. È una lezione che imprese, professionisti e istituzioni italiane dovrebbero fare propria. Perché i diamanti, oggi, scricchiolano. E nessuno può pensare di essere al riparo da un destino simile.
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